Multivac85
2012-03-12 22:13:27 UTC
Leggo qui:
soloscacchi.altervista.org/?p=25335
"Si può facilmente capire che la forza di un moderno programma di
scacchi, a parità di computer, si basa sulla bontà dei criteri di
selezione delle varianti. Questi criteri si basano in larga parte
sulle comuni conoscenze tattico-strategiche dei giocatori umani,
codificate e tradotte nel linguaggio binario dei computer. Tuttavia
non è sempre facile tradurre queste conoscenze in algoritmi di gioco:
in particolare i programmi di scacchi incontrano difficoltà nel
trattamento dei finali, in cui conta molto la strategia, più difficile
da tradurre nel linguaggio dei computer rispetto alla tattica. Ne
consegue che i più forti programmi in circolazione si affidano ad
appositi database sui finali che contengono le migliori varianti
calcolate per i casi più semplici, cioè tutti i finali con un massimo
di 5 o 6 pezzi sulla scacchiera. Con questi database i computer sono
in grado di calcolare in modo esatto il finale, purché rientri in uno
dei casi citati. Tuttavia, nei casi di finali con un numero maggiore
di pezzi, anche i migliori programmi in commercio, mostrano i loro
limiti, dato che non hanno a disposizione alcun database con varianti
già calcolate e devono calcolare sul momento la mossa da giocare.
Nel diagramma sottostante viene rappresentata una posizione che crea
notevoli difficoltà ai moderni computer.
Fig. 10 – Studio di Zachodjakin, 1930
Il Bianco muove e patta
5B1k/7p/6P1/4NnP1/8/8/K4p2/8
Il Bianco, nonostante la promozione incombente del Pedone nero, si
salva così:
Soluzione: 1. g7+, …
1…, Rg8; 2 Cg4,…a) 2…f1=D?; 3 Cf6+, Rf7; 4 g8=D #; b) 2…, Cxg7; 3
Cxf2, Rxf8; Ce4 con parità
1…, Cxg7; 2 Cf7+, Rg8; 3. Ac5, f1=D; 4. Ch6+, Rh8; 5 Ad6!! e il
Bianco patta.
Nell’ultima variante se il Nero sposta il Cavallo allora il Bianco
gioca Ad6-e5+, costringendo la figura leggera avversaria a ritornare
nella casa g7 per parare lo scacco e inchiodandola permanentemente. Il
Nero non può catturare l’Ac5 o il Pg5 (con Dg2+ o Da5+) senza perdere
la Donna, a causa del micidiale scacco Ch6-f7+. Poiché la Donna da
sola non può dare scacco matto al Re bianco, la partita è patta!
Lo studio di Zachodjakin rappresenta un tipico caso di patta
posizionale, una situazione scacchistica difficilmente codificabile in
un algoritmo di gioco. Sembra infatti che nessun programma
scacchistico commerciale sia stato finora in grado di vedere la
soluzione esatta, dato che in genere veniva giocata per la mossa 1.
Cf7 che porta il Bianco alla sconfitta."
Sarebbe interessante cercare sfide come queste da proporre ai più
avanzati software in circolazione e a vederne i risultati. Poi sarebbe
interessante, tanto per fare la stessa proposta a parti invertite,
costruire un software compositore (chissà se ce ne sono già di
programmi simili) e vedere come se la cavano i migliori risolutori
umani. Certo, non sarà la stessa cosa che con le partite vive, ma
quest'altro tipo di competizione basata su risoluzione di problemi e
studi come questi (sempre se sono confermate ancora oggi queste
difficoltà da parte dei computer) mostrerebbe che l'umano ha comunque
una marcia in più rispetto alla macchina in alcuni aspetti decisivi
nel Nobil Giuoco.
Ciao.
soloscacchi.altervista.org/?p=25335
"Si può facilmente capire che la forza di un moderno programma di
scacchi, a parità di computer, si basa sulla bontà dei criteri di
selezione delle varianti. Questi criteri si basano in larga parte
sulle comuni conoscenze tattico-strategiche dei giocatori umani,
codificate e tradotte nel linguaggio binario dei computer. Tuttavia
non è sempre facile tradurre queste conoscenze in algoritmi di gioco:
in particolare i programmi di scacchi incontrano difficoltà nel
trattamento dei finali, in cui conta molto la strategia, più difficile
da tradurre nel linguaggio dei computer rispetto alla tattica. Ne
consegue che i più forti programmi in circolazione si affidano ad
appositi database sui finali che contengono le migliori varianti
calcolate per i casi più semplici, cioè tutti i finali con un massimo
di 5 o 6 pezzi sulla scacchiera. Con questi database i computer sono
in grado di calcolare in modo esatto il finale, purché rientri in uno
dei casi citati. Tuttavia, nei casi di finali con un numero maggiore
di pezzi, anche i migliori programmi in commercio, mostrano i loro
limiti, dato che non hanno a disposizione alcun database con varianti
già calcolate e devono calcolare sul momento la mossa da giocare.
Nel diagramma sottostante viene rappresentata una posizione che crea
notevoli difficoltà ai moderni computer.
Fig. 10 – Studio di Zachodjakin, 1930
Il Bianco muove e patta
5B1k/7p/6P1/4NnP1/8/8/K4p2/8
Il Bianco, nonostante la promozione incombente del Pedone nero, si
salva così:
Soluzione: 1. g7+, …
1…, Rg8; 2 Cg4,…a) 2…f1=D?; 3 Cf6+, Rf7; 4 g8=D #; b) 2…, Cxg7; 3
Cxf2, Rxf8; Ce4 con parità
1…, Cxg7; 2 Cf7+, Rg8; 3. Ac5, f1=D; 4. Ch6+, Rh8; 5 Ad6!! e il
Bianco patta.
Nell’ultima variante se il Nero sposta il Cavallo allora il Bianco
gioca Ad6-e5+, costringendo la figura leggera avversaria a ritornare
nella casa g7 per parare lo scacco e inchiodandola permanentemente. Il
Nero non può catturare l’Ac5 o il Pg5 (con Dg2+ o Da5+) senza perdere
la Donna, a causa del micidiale scacco Ch6-f7+. Poiché la Donna da
sola non può dare scacco matto al Re bianco, la partita è patta!
Lo studio di Zachodjakin rappresenta un tipico caso di patta
posizionale, una situazione scacchistica difficilmente codificabile in
un algoritmo di gioco. Sembra infatti che nessun programma
scacchistico commerciale sia stato finora in grado di vedere la
soluzione esatta, dato che in genere veniva giocata per la mossa 1.
Cf7 che porta il Bianco alla sconfitta."
Sarebbe interessante cercare sfide come queste da proporre ai più
avanzati software in circolazione e a vederne i risultati. Poi sarebbe
interessante, tanto per fare la stessa proposta a parti invertite,
costruire un software compositore (chissà se ce ne sono già di
programmi simili) e vedere come se la cavano i migliori risolutori
umani. Certo, non sarà la stessa cosa che con le partite vive, ma
quest'altro tipo di competizione basata su risoluzione di problemi e
studi come questi (sempre se sono confermate ancora oggi queste
difficoltà da parte dei computer) mostrerebbe che l'umano ha comunque
una marcia in più rispetto alla macchina in alcuni aspetti decisivi
nel Nobil Giuoco.
Ciao.