ilMusso
2023-01-21 14:00:32 UTC
Con riferimento a un passaggio del mio post http://bit.ly/3kxhC9w ,
non e’ corretto dire che nessun giocatore di un certo livello ha mai
protestato la propria innocenza dopo aver ricevuto da qualche
piattaforma on line un ban con l’accusa di cheating/fairplay.
Cinque anni fa l’allora diciottenne GM statunitense di origini indiane
Akshat Chandra, campione junior statunitense nel 2015, manifesto’
a chiare lettere sul proprio blog le proprie considerazioni dopo essere
stato bannato da Chesscom per cheating/fairplay.
Questo il tweet con cui lancio’ il suo articolo:
«Banned from the "Democratic People's Republic of @chesscom"
https://akshatchandra.com/locked-from-chess-com/
👀 @lichess @chess24com»
[27 aprile 2018
https://twitter.com/AkshChandra/status/989940455440822273
( https://archive.is/3P3VY )]
E quello che metto sotto e’ il testo dell’articolo, postato da Akshat
quello stesso 27 aprile sul suo blog https://akshatchandra.com/
L’attuale titolo dell’articolo e’ «Locked Out from Chesscom. A set of
games from 3 years ago in 2015 were unfair, claims Chesscom, and
wants a Blind Confession.»
In precedenza il titolo era un po’ piu’ corto: «Locked Out from
Chesscom – a set of games in 2015 were unfair claims Chesscom»
(dalla prima delle pagine salvate sul noto sito Wayback Machine
[12 maggio 2019]).
Ecco il testo, tradotto dall’inglese:
«Esattamente un giorno dopo la conclusione del "Titled Tuesday", il
17 aprile, mi sono ritrovato impossibilitato ad accedere al mio
account Chesscom. Ho provato piu’ volte a reimpostare la password
ma non ho mai ricevuto l'email di conferma. Senza pensarci troppo
ho inviato un'email chiedendo come risolvere il problema poiche’ ho
pensato che dovesse trattarsi di un problema tecnico o di un bug. La
risposta che ho ricevuto pochi giorni dopo e’ stata a dir poco
inaspettata. Era un’email, firmata dal VP of Content & PR Danny
Rensch, in cui si diceva che il mio account era stato sospeso per
violazione del fair play.
La violazione del fair play e’ il loro modo per dire “imbrogliare”.
In questa e-mail, mi e’ stato detto da Danny che "... non agiremmo
cosi’ o faremmo questa comunicazione se non fossimo sicuri al
100% che tu abbia effettivamente utilizzato l'assistenza del motore
a un certo punto delle tue partite su Chesscom."
Ha parlato di un sistema di rilevamento degli imbrogli che avevano
che e’ "progettato per rilevare modelli di approcci non umani alle
partite di scacchi e determinare efficacemente, oltre ogni ragionevole
dubbio e indipendentemente dalla ‘forza scacchistica’ di un giocatore,
che una partita o una serie di partite sono state giocate utilizzando
l'assistenza del motore. I nostri sistemi sono stati testati a fondo da
numerosi eminenti statistici del settore (si veda una di queste
testimonianze da Harvard) e noi siamo pronti a sostenerli...".
Okay, quindi fai un'accusa seria, chiudi il mio account e non offri
nemmeno alcuna prova concreta, affermando invece che non sei
tenuto a rivelare nulla.
Inoltre, la testimonianza del loro sistema di rilevamento degli
imbrogli da parte del professore di Harvard parla solo di una "alta
probabilita’ di avere ragione. Da nessuna parte e’ scritto che il
sistema di Chesscom rileva i problemi con una precisione del
100%. Tali sistemi di scacchi predittivi al 100% non esistono.
Quindi non ho idea di dove abbiano preso la parte "100%".
Cavolo, lo stesso Danny in questo vecchio articolo di Chesscom
sugli imbrogli dice: "E non abbiamo bisogno di impegnarci in
dibattiti sulla legalita’ che neghino una semplice verita’: a meno
di confessioni, ecc., non ci puo’ mai essere una prova al 100%
di imbroglio negli scacchi online"!
Quindi, per ottenere quella confessione Chesscom fa un
‘arm-twisting’ [comportamento con cui cerchi di far fare
qualcosa a qualcuno minacciandolo o persuadendolo con la
forza].
Mi e’ stato detto che non mi sarebbe stato permesso di tornare
sul sito "senza un riconoscimento che cio’ che stiamo dicendo
e’ vero".
In altre parole, confessare qualcosa di cui non ho dettagli, anche
quando so di essere innocente.
Successivamente, mi permetteranno di creare un nuovo account
in cui dovro’ ricominciare da capo senza alcuna cronologia dei
giochi precedenti.
Saro’ anche bandito dal giocare ai Titled Tuesday e ad altri eventi
con premi in denaro per una certa durata.
Ho risposto a questa email manifestando il mio shock per
l'accusa, il modo autocratico con cui si stavano avvicinando
all'intera situazione senza alcun riguardo per il giusto processo e
come ho percepito l'intero tono dell'email come condiscendente
e coercitivo nel costringermi a confermare le loro conclusioni.
Quando Danny ha risposto, ha continuato a ribadire che Chesscom
non cambiera’ la sua posizione e ha ampliato leggermente i suoi
commenti precedenti, dicendo "per chiarire ancora una volta la
semantica, voglio sottolineare che non ho mai messo in discussione
nessuna performance particolare al di fuori del ‘singolo set di giochi
del 2015’.
Aspetta. Cosa? 2015?
E’ stato tre anni fa.
Questo non aveva niente a che fare con il Titled Tuesday, subito
dopo il quale sono stato bloccato.
Ci sono voluti 3 anni per verificare qualcosa che, secondo loro, e’
“oltre ogni ragionevole dubbio?”
Perche’ aspettare fino a ora per tirarlo fuori?
Bizzarro.
Come ho fatto notare nella mia risposta, "... non riesco a ricordare
le partite a cui ho giocato su Chesscom nel 2015, ma quello che
ricordo inequivocabilmente e’ che non ho mai usato alcuna
‘assistenza esterna’ allora, ora e mai."
L'unica volta che sono stato accusato di barare online e’ stato
dall'ambasciatore del marchio di Chesscom, Hikaru Nakamura.
Nel 2016, poco tempo dopo il pareggio che avevo ottenuto contro
di lui al Campionato statunitense on-the-board [in quel torneo
Akshat ottenne 8 sconfitte e 3 patte, una delle quali contro
Nakamura], egli nella chat di gioco di Chesscom mi accuso’ di aver
imbrogliato in una partita blitz in cui l’avevo battuto.
Ovviamente, i giocatori di Chesscom hanno immediatamente creato
un thread su Reddit e hanno respinto le accuse trattandolo come un
Nakamura 'vintage'.
Un paio di mesi fa mi ha persino bloccato su Chesscom.
Questa sembra essere una caccia alle streghe che ha portato
Chesscom indietro di 3 anni per trovare qualcosa e bandirmi dal
sito.
Come esempio di ulteriore arm-twisting, sono stato informato che
non potro’ giocare nella ProChessLeague.
[…]
Non avere accesso a Chesscom danneggia il mio allenamento
scacchistico poiche’ al momento hanno la base di giocatori piu’
forte e, grazie al mio alto punteggio blitz di circa 2.800, sono in
grado di giocare regolarmente con molti giocatori di livello
mondiale.
Ma sopportero’ il prezzo perche’ non uso mezzi sleali e non saro’
costretto ad ammettere qualcosa che non ho fatto.
[…]»
Promettente in eta’ giovanile, Akshat non ha poi fatto progressi nel
ranking mondiale, e, pertanto, il fatto che egli sia poco conosciuto
fa si’ che l’articolo di cui sopra sia a sua volta poco conosciuto.
Per quanto riguarda Nakamura, c’e’ da chiedersi se gli avvenimenti
raccontati da Chandra possano spiegarsi con l’ipotesi che
quest’ultimo abbia effettivamente imbrogliato contro di lui (nella
citata partita blitz on line ed eventualmente nella citata partita
on-the-board al Campionato U.S.A.) o magari con l’ipotesi della
ricerca di una sorta di monopolio-esclusiva-potere da parte
dell’affermato campione.
Va comunque aggiunta una cosa.
Il 12 maggio 2018, quindici giorni dopo il suddetto articolo,
Chandra pubblico’ sul suo blog un argomentato articolo intitolato
«How Chess Sites Can Fairly Address Suspected Unfair Play» («In
che modo i siti di scacchi possono affrontare correttamente il
sospetto gioco sleale»):
https://akshatchandra.com/how-chess-sites-fairly-address-suspected-unfair-play/
In uno dei passaggi egli scrisse:
“Proposta a Chesscom. Nell’articolo precedente ho raccontato
come mi e’ stato detto dal vicepresidente di Chesscom Danny
Rensch che un singolo set di giochi nel 2015 era l'unico che
stavano mettendo in discussione.
Ecco la mia proposta a Chesscom:
- sono pronto a giocare utilizzando una webcam privata per i
prossimi 3 mesi o per qualsiasi durata ragionevole richiesta
- se le mie prestazioni sono considerevolmente peggiori rispetto
agli ultimi 3-6 mesi, accettero’ il divieto. Un indicatore e’ che il
mio attuale punteggio blitz inizierebbe a diminuire drasticamente
e rimarrebbe basso
- se la mia prestazione e’ simile, o entro i limiti, allora il sistema
di Chesscom ha commesso un errore e dovrei essere giustamente
ricompensato perche’ ho rivelato i punti deboli del loro sistema, li
ho aiutati a migliorarlo, ho preso tutte le sciocchezze e ho investito
molta energia e molto tempo per respingere le affermazioni errate;
se Chesscom e’ sicuro al 100%, non dovranno mai preoccuparsi di
dovermi pagare
[…]”
Concludo linkando, per coloro che fossero interessanti a darci
un’occhiata, un articolo carino scritto da Akshat e pubblicato a
novembre del 2015 sul sito della federazione scacchistica
statunitense:
https://new.uschess.org/news/akshat-chandra-on-tom-nordeman
( http://bit.ly/3J5xdr1 )
non e’ corretto dire che nessun giocatore di un certo livello ha mai
protestato la propria innocenza dopo aver ricevuto da qualche
piattaforma on line un ban con l’accusa di cheating/fairplay.
Cinque anni fa l’allora diciottenne GM statunitense di origini indiane
Akshat Chandra, campione junior statunitense nel 2015, manifesto’
a chiare lettere sul proprio blog le proprie considerazioni dopo essere
stato bannato da Chesscom per cheating/fairplay.
Questo il tweet con cui lancio’ il suo articolo:
«Banned from the "Democratic People's Republic of @chesscom"
https://akshatchandra.com/locked-from-chess-com/
👀 @lichess @chess24com»
[27 aprile 2018
https://twitter.com/AkshChandra/status/989940455440822273
( https://archive.is/3P3VY )]
E quello che metto sotto e’ il testo dell’articolo, postato da Akshat
quello stesso 27 aprile sul suo blog https://akshatchandra.com/
L’attuale titolo dell’articolo e’ «Locked Out from Chesscom. A set of
games from 3 years ago in 2015 were unfair, claims Chesscom, and
wants a Blind Confession.»
In precedenza il titolo era un po’ piu’ corto: «Locked Out from
Chesscom – a set of games in 2015 were unfair claims Chesscom»
(dalla prima delle pagine salvate sul noto sito Wayback Machine
[12 maggio 2019]).
Ecco il testo, tradotto dall’inglese:
«Esattamente un giorno dopo la conclusione del "Titled Tuesday", il
17 aprile, mi sono ritrovato impossibilitato ad accedere al mio
account Chesscom. Ho provato piu’ volte a reimpostare la password
ma non ho mai ricevuto l'email di conferma. Senza pensarci troppo
ho inviato un'email chiedendo come risolvere il problema poiche’ ho
pensato che dovesse trattarsi di un problema tecnico o di un bug. La
risposta che ho ricevuto pochi giorni dopo e’ stata a dir poco
inaspettata. Era un’email, firmata dal VP of Content & PR Danny
Rensch, in cui si diceva che il mio account era stato sospeso per
violazione del fair play.
La violazione del fair play e’ il loro modo per dire “imbrogliare”.
In questa e-mail, mi e’ stato detto da Danny che "... non agiremmo
cosi’ o faremmo questa comunicazione se non fossimo sicuri al
100% che tu abbia effettivamente utilizzato l'assistenza del motore
a un certo punto delle tue partite su Chesscom."
Ha parlato di un sistema di rilevamento degli imbrogli che avevano
che e’ "progettato per rilevare modelli di approcci non umani alle
partite di scacchi e determinare efficacemente, oltre ogni ragionevole
dubbio e indipendentemente dalla ‘forza scacchistica’ di un giocatore,
che una partita o una serie di partite sono state giocate utilizzando
l'assistenza del motore. I nostri sistemi sono stati testati a fondo da
numerosi eminenti statistici del settore (si veda una di queste
testimonianze da Harvard) e noi siamo pronti a sostenerli...".
Okay, quindi fai un'accusa seria, chiudi il mio account e non offri
nemmeno alcuna prova concreta, affermando invece che non sei
tenuto a rivelare nulla.
Inoltre, la testimonianza del loro sistema di rilevamento degli
imbrogli da parte del professore di Harvard parla solo di una "alta
probabilita’ di avere ragione. Da nessuna parte e’ scritto che il
sistema di Chesscom rileva i problemi con una precisione del
100%. Tali sistemi di scacchi predittivi al 100% non esistono.
Quindi non ho idea di dove abbiano preso la parte "100%".
Cavolo, lo stesso Danny in questo vecchio articolo di Chesscom
sugli imbrogli dice: "E non abbiamo bisogno di impegnarci in
dibattiti sulla legalita’ che neghino una semplice verita’: a meno
di confessioni, ecc., non ci puo’ mai essere una prova al 100%
di imbroglio negli scacchi online"!
Quindi, per ottenere quella confessione Chesscom fa un
‘arm-twisting’ [comportamento con cui cerchi di far fare
qualcosa a qualcuno minacciandolo o persuadendolo con la
forza].
Mi e’ stato detto che non mi sarebbe stato permesso di tornare
sul sito "senza un riconoscimento che cio’ che stiamo dicendo
e’ vero".
In altre parole, confessare qualcosa di cui non ho dettagli, anche
quando so di essere innocente.
Successivamente, mi permetteranno di creare un nuovo account
in cui dovro’ ricominciare da capo senza alcuna cronologia dei
giochi precedenti.
Saro’ anche bandito dal giocare ai Titled Tuesday e ad altri eventi
con premi in denaro per una certa durata.
Ho risposto a questa email manifestando il mio shock per
l'accusa, il modo autocratico con cui si stavano avvicinando
all'intera situazione senza alcun riguardo per il giusto processo e
come ho percepito l'intero tono dell'email come condiscendente
e coercitivo nel costringermi a confermare le loro conclusioni.
Quando Danny ha risposto, ha continuato a ribadire che Chesscom
non cambiera’ la sua posizione e ha ampliato leggermente i suoi
commenti precedenti, dicendo "per chiarire ancora una volta la
semantica, voglio sottolineare che non ho mai messo in discussione
nessuna performance particolare al di fuori del ‘singolo set di giochi
del 2015’.
Aspetta. Cosa? 2015?
E’ stato tre anni fa.
Questo non aveva niente a che fare con il Titled Tuesday, subito
dopo il quale sono stato bloccato.
Ci sono voluti 3 anni per verificare qualcosa che, secondo loro, e’
“oltre ogni ragionevole dubbio?”
Perche’ aspettare fino a ora per tirarlo fuori?
Bizzarro.
Come ho fatto notare nella mia risposta, "... non riesco a ricordare
le partite a cui ho giocato su Chesscom nel 2015, ma quello che
ricordo inequivocabilmente e’ che non ho mai usato alcuna
‘assistenza esterna’ allora, ora e mai."
L'unica volta che sono stato accusato di barare online e’ stato
dall'ambasciatore del marchio di Chesscom, Hikaru Nakamura.
Nel 2016, poco tempo dopo il pareggio che avevo ottenuto contro
di lui al Campionato statunitense on-the-board [in quel torneo
Akshat ottenne 8 sconfitte e 3 patte, una delle quali contro
Nakamura], egli nella chat di gioco di Chesscom mi accuso’ di aver
imbrogliato in una partita blitz in cui l’avevo battuto.
Ovviamente, i giocatori di Chesscom hanno immediatamente creato
un thread su Reddit e hanno respinto le accuse trattandolo come un
Nakamura 'vintage'.
Un paio di mesi fa mi ha persino bloccato su Chesscom.
Questa sembra essere una caccia alle streghe che ha portato
Chesscom indietro di 3 anni per trovare qualcosa e bandirmi dal
sito.
Come esempio di ulteriore arm-twisting, sono stato informato che
non potro’ giocare nella ProChessLeague.
[…]
Non avere accesso a Chesscom danneggia il mio allenamento
scacchistico poiche’ al momento hanno la base di giocatori piu’
forte e, grazie al mio alto punteggio blitz di circa 2.800, sono in
grado di giocare regolarmente con molti giocatori di livello
mondiale.
Ma sopportero’ il prezzo perche’ non uso mezzi sleali e non saro’
costretto ad ammettere qualcosa che non ho fatto.
[…]»
Promettente in eta’ giovanile, Akshat non ha poi fatto progressi nel
ranking mondiale, e, pertanto, il fatto che egli sia poco conosciuto
fa si’ che l’articolo di cui sopra sia a sua volta poco conosciuto.
Per quanto riguarda Nakamura, c’e’ da chiedersi se gli avvenimenti
raccontati da Chandra possano spiegarsi con l’ipotesi che
quest’ultimo abbia effettivamente imbrogliato contro di lui (nella
citata partita blitz on line ed eventualmente nella citata partita
on-the-board al Campionato U.S.A.) o magari con l’ipotesi della
ricerca di una sorta di monopolio-esclusiva-potere da parte
dell’affermato campione.
Va comunque aggiunta una cosa.
Il 12 maggio 2018, quindici giorni dopo il suddetto articolo,
Chandra pubblico’ sul suo blog un argomentato articolo intitolato
«How Chess Sites Can Fairly Address Suspected Unfair Play» («In
che modo i siti di scacchi possono affrontare correttamente il
sospetto gioco sleale»):
https://akshatchandra.com/how-chess-sites-fairly-address-suspected-unfair-play/
In uno dei passaggi egli scrisse:
“Proposta a Chesscom. Nell’articolo precedente ho raccontato
come mi e’ stato detto dal vicepresidente di Chesscom Danny
Rensch che un singolo set di giochi nel 2015 era l'unico che
stavano mettendo in discussione.
Ecco la mia proposta a Chesscom:
- sono pronto a giocare utilizzando una webcam privata per i
prossimi 3 mesi o per qualsiasi durata ragionevole richiesta
- se le mie prestazioni sono considerevolmente peggiori rispetto
agli ultimi 3-6 mesi, accettero’ il divieto. Un indicatore e’ che il
mio attuale punteggio blitz inizierebbe a diminuire drasticamente
e rimarrebbe basso
- se la mia prestazione e’ simile, o entro i limiti, allora il sistema
di Chesscom ha commesso un errore e dovrei essere giustamente
ricompensato perche’ ho rivelato i punti deboli del loro sistema, li
ho aiutati a migliorarlo, ho preso tutte le sciocchezze e ho investito
molta energia e molto tempo per respingere le affermazioni errate;
se Chesscom e’ sicuro al 100%, non dovranno mai preoccuparsi di
dovermi pagare
[…]”
Concludo linkando, per coloro che fossero interessanti a darci
un’occhiata, un articolo carino scritto da Akshat e pubblicato a
novembre del 2015 sul sito della federazione scacchistica
statunitense:
https://new.uschess.org/news/akshat-chandra-on-tom-nordeman
( http://bit.ly/3J5xdr1 )