"Alessandro Lenzi" ha scritto
[...] ma entrando nello specifico di cosa parla il libro di AAgaard?
****avvertenza*****
Sono un 2N in crescita molto lenta e non troppo lineare. Mi piacciono i
libri ma prendi il mio parere per quello che può valere
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Premessa:
se il tuo problema è scegliere fra Silman e Aagaard, scegli Silman.
se, invece, vorresti comprare tutti i libri belli o decenti di scacchi
(conosco la sindrome) indipendentemente dal tempo che potrai dedicare al
loro studio, allora prima di questo libro di Aagaard comprati Il Mediogioco,
vol. 1 di Euwe e Kramer, ed. ediscere, che costa meno e ti dà molto ma molto
di più.
Excelling at chess è, per me, un libro sopravvalutato (ha vinto, mi pare un
British Chess Books Awards nel 2002).
Non per fare pubblicità a chi già se ne fa per conto suo, ma di Aagaard
comprerei piuttosto Excelling at Technical Chess, che però temo uscirà in
italiano solo nel 2006 per Caissa Italia. Quello sì è un libro utile per
migliorare. E se poi la strategia e la tecnica ti piacciono tanto, prova con
Creative Chess Strategy, di Alfonso Romero, della Gambit.
Di seguito cerco di darti un'idea di cosa contiene Excelling at chess.
Dall'introduzione:
"The argument of this book is that chess is based on rules"
"(...) also aim to offer suggestions on how to improve one's knowledge of
chess fundamentals and (...) how these should be implemented in practical
play"
"I have included some chapters on achieving the appropriate frame of mind"
Il libro è un libro per imparare a giocare meglio a scacchi.
Inizia descrivendo le caratteristiche dei buoni giocatori, poi cerca di
spiegare come si possa migliorare la comprensione posizionale. E spiega come
e perché studiare i finali.
L'indice del libro, tradotto come sono capace, è il seguente:
1. Pensa come un umano, ed eccelli negli scacchi
8 pagine
E l'introduzione del libro, spiega cosa il libro si propone.
2. I VERI giocatori di scacchi
24 pagine
Per aagaard la miglior comprensione posizionale è l'elemento decisivo nella
maggior parte delle partite di scacchi. I grandi scacchisti sanno dove
mettere i pezzi. Seguono esempi e affermazioni che sono state oggetto di
contestazioni pesanti (es. quella che Shirov calcolasse meglio di Kasparov,
cfr. John Watson http://www.chesscenter.com/twic/jwatsonbkrev45.html)
3. Nessuna regola?
38 pagine
Aagaard contesta violentemente le tesi di John Watson [Un secolo di scacchi,
ed. Prisma, ma il titolo originale è: Secrets of Modern Strategy] secondo le
quali nel gioco moderno prevale l'analisi concreta, cioè il calcolo, anche
aiutato dal computer nella preparazione, sull'applicazione delle regole
strategiche e posizionali.
Aagaard cita Rowson (The Seven Deadly Chess Sins):
a) lo scopo delle regole è di rendere semplici sistemi complessi;
b) le regole non possono essere formulate matematicamente ma sono enunciate
in forma verbale;
c) il linguaggio è sostanzialmente semplice [mah?!] nel senso di facilmente
comprensibile;
d) gli scacchi sono un gioco complesso.
Da ciò deriverebbe che
- le regole non trovano corrispondenza piena ["the rules are not going to
fit in any sort of exact way]
Aagaard sostiene che "Avere una grande comprensione della dinamica [degli
scacchi] non è lo stesso che affidarsi alla sola tattica [cioè al calcolo
puro].
Comprendere le regole e le loro articolazioni (o eccezioni) è l'unico modo
per diventare grandi giocatori di scacchi.
Aagaard introduce poi due categorie, quella degli "elementi" e quella dei
"concetti", terminologia che riprende dalla matematica.
Un "elemento" è per Aagaard qualcosa di concreto, come una buona casa per il
cavallo in c5, un punto chiave in g7, dove può essere dato matto, un
alfie3re in b7 che attacca il pedone e4, ecc.
Un "concetto" è collegato agli elementi: ilcavallo che da d7 va in c5; e6-e5
in risposta a f2-f4, f2-f4 seguito da g3-g4-g5 e l'attacco sul lato di re.
Un concetto è una possibilità o a un'idea.
Sulle regole Aagaard distingue quelle
- globali
da quelle
- locali.
Le regole globali valgono su tutta la scacchiera (es.: nei finali di torre
la torre deve sempre essere attiva; l'alfiere è più forte del cavallo nelle
posizioni aperte, ecc.)
Queste regole non sono verità assolute ma "quasi verità" e non vanno usate
in maniera dogmatica.
Poi Aagaard si perde nel dare esempi di superiorità di alfiere o cavallo e
non, cercando di trasmettere un metodo per allenare la comprensione
posizionale.
Personalmente lo trovo un capitolo caotico, con molti spunti interessanti ma
poca struttura. E questo alla fine lascia al povero 2N un senso di vuoto
scacchistico superiore a quello che la natura di 2N già gli ha dato.
4. Il gioco non forzante
Non so come Prisma abbia tradotto il titolo di questo capitolo.
Il capitolo tratta delle mosse che "non forzano" o, meglio, non conducono a
sequenze obbligate. Ti cito Aagaard: "Unforcing play is a state of mind,
where you look for good moves instead of being a slave to captures and
threats". Se questo sia un concetto profondo - può esserlo - o fumo - un po'
può esserlo - lo lascio decidere a te.
Aagard ci dice che prima di catturare o minacciare è il caso di guardare se
c'è altro (profilassi, minacciare di minacciare).
Non è il capitolo che apprezzo di più, anche perché inizia con Tal esempio
di gioco non forzante, nel senso di gioco che tiene alta la tensione senza
concedersi a semplificazioni.
5. Perché studiare i finali?
42 pagine
Un bel capitolo. Aagaard comincia citando i suoi testi di riferimento, cioè
Dvoretskij, Lezioni tecniche per diventare maestro di scacchi, Mursia, e
Shereshevskij, Strategia del finale, Mursia.
Aagaard passa da posizioni teoriche - la scuola è quella di Dvoretskij, di
cui è allievo - ad analisi di finali di partite di alto livello. Nel mezzo
infila un concetto che poi riprenderà, più estesamente, in Excelling at
Technical Chess, cioè il pensiero schematico, basato su considerazioni
logiche (ricorda: il gioco basato su regole è il tema del libro ed è ciò che
lo ha reso famoso). Seguono 17 pagine di analisi di finali da partite di Ulf
Andersson, un grande, soprattuto sul piano tecnico, e 12 pagine su finali
dagli incontri fra Salov e Khalifman, nella loro sfida del 1994.
6. L'atteggiamento [da tenere] quando si gioca e altri consigli
La traduzione è a senso, perché letteralmente il capitolo si intitola
"Attitude at the Board and other Tips".
20 pagine
Non è un gran capitolo, almeno per me.
I paragrafi sono così intitolati:
- credi in te stesso [ma va?]
- la voglia di vincere
- rispetta i tuoi avversari
- sii positivo [Aagaard studiava neurolinguistica quando scrisse questo
libro, perdoniamolo]
- niente scuse!
- guarda avanti
- different frames of mind [di questa colonna di testo non ho capito il
collegamento col titolo che non ti so tradurre. Il neurolinguista Ticozzi
potrà spiegare. Per me è fluff per venditori, v. nota a sii positivo]
- alti e bassi
- [davanti] alla scacchiera
segue un paragrafo dal titolo strano:
- Be on the Outside what you want to be on the inside [proverei a tradurlo
con Sippi all'esterno quello che vuoi all'interno]
- [usa/pensa] linguaggio positivo
- Fai i conti con la tua paura di perdere
- fai una lista delle tue qualità future (=auspicate) [e, aggiunge Aagaard,
ripeti la lista ogni mattina]
- impara tre cose da ogni partita
- ascolta la tua voce interiore
- fai [fatti?] domande
- meditazione e ipnosi
- dormi il giusto, ogni giorno [Get your Sleep, Every Day]
- cibo e bevande
- la condizione fisica
- non aspettarti la perfezione
- considerazioni sociali
7. Sii pratico!
8 pagine
Dà alcuni consigli pratici [?!] del tipo:
- quando hai un finale patto contro un giocatore più debole, non far nulla è
spesso la politica migliore;
- una buona strategia per battere giocatori inferiori è di cambiare un
alfiere per un cavallo o viceversa [si suppone che il giocatore più forte
abbia una comprensione migliore del gioco on i pezzi minori; per questo,
però, ti rimando a Silman, oppure ad Euwe, Il Mediogioco, vol. 1, o ancora,
crescendo di livello, a Timman, Povwer Chess with Pieces]
- se la posizione è piatta, annoia il tuo avversario [prima di agire per poi
mazzolarlo]
- poni spesso al tuo avversario scelte difficili sul cambiare o non cambiare
i pezzi;
- usa la preparazione per ridurre i tempi di riflessione
e consigli per me criminali come:
- se il tuo avversario ha problemi di tempo e tu vorresti ottenere dalla
posizione un risultato migliore di quello che il gioco normale [suppongo nel
senso di "corretto"] ti potrebbe garantire, mettiti volontariamente in
ristrettezze di tempo.
8. Aperture, calcolo e altri demoni.
4 pagine
Si occupa prevalentemente della preparazione delle aperture e in una colonna
di testo dà anche consigli di metodo sull'analisi delle proprie partite.
9. Esercizi
Propone dodici posizioni da analizzare
10 Soluzioni degli esercizi