Discussione:
Quale libro dopo Zichichi?
(troppo vecchio per rispondere)
Roger
2006-10-27 14:27:08 UTC
Permalink
Salve a tutti,

sono un principiante e sto apprendendo il gioco come autodidatta.
Fino ad ora ho letto il libro "Lezioni di scacchi" di A.Zichichi.

Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?

Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
Grazie a voi tutti.
Alfredo
2006-10-27 17:24:26 UTC
Permalink
Post by Roger
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
ti consiglio:
- scuola di scacchi - Ponzetto o teoria e pratica degli squilibri -
Silman (strategia)
- 1001 esercizi per principianti - Masetti (tattica)
Post by Roger
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
il mitico Kallai - Enciclopedia essenziale delle aperture....

inoltre se ti interessa iniziare a studiare qualche finale (che non fà
male)...per un principiante sono ottimi i libri della caissa, tipo
quello sui pedoni di Emms


ciao,

Alfredo
mario.scafroglia
2006-10-27 17:32:25 UTC
Permalink
Post by Roger
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Se non l'hai ancora letto, i Fondamenti degli Scacchi di Capablanca,
poi , a scelta, Euwe Trattato di Scacchi, Koblentz Teoria e pratica,
Fischer 60 Partite da ricordare, Romanowskij Il centro partita,
Bronstein Zurigo 53, le monografie della Prisma sui grandi del
passato, soprattutto Capablanca e Tchigorin , etc etc...

Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Alfredo
2006-10-27 18:17:18 UTC
Permalink
a proposito di Capablanca....

i fondamenti degli scacchi di capa com'è?

l'ho trovato su ebay....

ciao,

Alfredo
Janis
2006-10-27 18:44:59 UTC
Permalink
"Alfredo" <***@yahoo.it> ha scritto nel messaggio news:***@e3g2000cwe.googlegroups.com...
a proposito di Capablanca....

i fondamenti degli scacchi di capa com'è?

l'ho trovato su ebay....


Capablanca scrive magnificamente!!

ciao, Janis
Alfredo
2006-10-27 18:50:23 UTC
Permalink
Post by Janis
Capablanca scrive magnificamente!!
allora me lo compro...:-)
Janis
2006-10-27 18:42:21 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Post by Roger
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Se non l'hai ancora letto, i Fondamenti degli Scacchi di Capablanca,
poi , a scelta, Euwe Trattato di Scacchi, Koblentz Teoria e pratica,
Fischer 60 Partite da ricordare, Romanowskij Il centro partita,
Bronstein Zurigo 53, le monografie della Prisma sui grandi del
passato, soprattutto Capablanca e Tchigorin , etc etc...
Non ti sembrano quasi tutti titoli troppo avanzati per un principiante che
ha letto un solo libro finora?

ciao, Jan
mario.scafroglia
2006-10-27 19:19:57 UTC
Permalink
Post by Janis
Post by mario.scafroglia
Post by Roger
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Se non l'hai ancora letto, i Fondamenti degli Scacchi di Capablanca,
poi , a scelta, Euwe Trattato di Scacchi, Koblentz Teoria e pratica,
Fischer 60 Partite da ricordare, Romanowskij Il centro partita,
Bronstein Zurigo 53, le monografie della Prisma sui grandi del
passato, soprattutto Capablanca e Tchigorin , etc etc...
Non ti sembrano quasi tutti titoli troppo avanzati per un principiante che
ha letto un solo libro finora?
ciao, Jan
No, soprattutto Capa, ma anche Euwe e Koblenz e gli altri possono
esser letti anche da un principiante (che dice però di aver letto ed
assimilato Zichichi)
ovviamente poi un principiante non riuscirà a capire tutto, ma ci
tornerà col tempo ed ogni volta sarà una nuova scoperta...

Ovviamente anche la pratica di Torneo, e l'analisi delle proprie
partite e dei proprii errori, è
un passo fondamentale che deve costituire la vera "ossatura" del
giocatore che sta cercando di migliorare, affiancando qualunque
lettura si possa fare...

Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
KeresnikoV
2006-10-27 18:13:26 UTC
Permalink
Post by Alfredo
Post by Roger
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
il mitico Kallai - Enciclopedia essenziale delle aperture....
... troppo essenziale....
a quel punto tanto vale un buon DB gratuito tipo SCID.

IMHO giova di più acquistare un libro tipo
"Capire gli scacchi mossa dopo mossa" di Nunn
(o altri simili) dove vengono illustrate diverse partite modello
su diversi tipi di mediogiochi derivanti da diverse aperture... ;-)
Post by Alfredo
inoltre se ti interessa iniziare a studiare qualche finale (che non fà
male)...per un principiante sono ottimi i libri della caissa, tipo
quello sui pedoni di Emms
Senza nulla togliere a Emms (che è uno degli autori che preferisco,
come quasi tutti gli inglesi), il libro sui pedoni è di Glenn Flear.

Saluti,
KeresnikoV
---
"Springer am Rande bringt immer nur Schande"

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Alfredo
2006-10-27 18:24:27 UTC
Permalink
Post by KeresnikoV
... troppo essenziale....
a quel punto tanto vale un buon DB gratuito tipo SCID.
secondo me non è la stessa cosa....io mi trovo molto bene con il
Kallai....anche perchè da quando ho ripreso in mano i libri e ho
lasciato stare database da 2 milioni di partite ne ho travato molto
giocamento....libri + scacchiera è un'accoppiata migliore di db +
schermo (almeno per un principiante...come me :-)
Post by KeresnikoV
Post by Alfredo
inoltre se ti interessa iniziare a studiare qualche finale (che non fà
male)...per un principiante sono ottimi i libri della caissa, tipo
quello sui pedoni di Emms
Senza nulla togliere a Emms (che è uno degli autori che preferisco,
come quasi tutti gli inglesi), il libro sui pedoni è di Glenn Flear.
hai ragione...:-) Emms ha scritto finali di pezzi leggeri sempre per
la caissa...mentre Flear quello sui pedoni....comunque ripeto che
secondo me sono ottimi per un principiante...


ciao,

Alfredo
KeresnikoV
2006-10-27 19:59:37 UTC
Permalink
Post by Alfredo
Post by KeresnikoV
a quel punto tanto vale un buon DB gratuito tipo SCID.
secondo me non è la stessa cosa....
sono d'accordo:
mentre il Kallai adesso è sullo scaffale più alto a prender polvere,
SCID lo uso ancora con file di partite sempre più aggiornati... ;-)
Post by Alfredo
libri + scacchiera è un'accoppiata migliore di db +
schermo (almeno per un principiante...come me :-)
Anche su questo concordo pienamente,
ma innanzi a certi libri IMHO è preferibile un buon DB.
Se invece si parla di libri di GM/MI, con partite modello ben commentate,
è tutta un'altra storia.

Saluti,
KeresnikoV
---
"Springer am Rande bringt immer nur Schande"

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Roberto Montaruli
2006-10-27 18:14:18 UTC
Permalink
Post by Roger
Salve a tutti,
sono un principiante e sto apprendendo il gioco come autodidatta.
Fino ad ora ho letto il libro "Lezioni di scacchi" di A.Zichichi.
Buono.
Post by Roger
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Un circolo e molta pratica.
Post by Roger
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
No. Un principiante non necessita di testi sulle aperture. Le
spiegazioni sulla strategia delle aperture che fa Zichichi sono piu' che
sufficienti per un principiante.
Alfredo
2006-10-27 18:29:37 UTC
Permalink
Post by Roberto Montaruli
No. Un principiante non necessita di testi sulle aperture.
non sono d'accordo...un testo che ti dia le idee generali e qualche
variante principale delle aperture che giochi è un ottima scelta per
un principiante......(qualsiasi esso sia....kallai e altri dello stesso
tipo, senza andare verso monografie)

ciao,

Alfredo
Roberto Montaruli
2006-10-27 19:35:11 UTC
Permalink
Post by Alfredo
Post by Roberto Montaruli
No. Un principiante non necessita di testi sulle aperture.
non sono d'accordo...un testo che ti dia le idee generali e qualche
variante principale delle aperture che giochi è un ottima scelta per
un principiante......
Ottieni le stesse informazioni, in modo molto piu' ricco, da una
antologia di partite commentate.
Post by Alfredo
(qualsiasi esso sia....kallai e altri dello stesso
tipo, senza andare verso monografie)
Sono testi fuorvianti, che inculcano idee sbagliate sugli scacchi e
irrigidiscono il modo di pensare del principiante che invece deve essere
elastico e abituarsi a valutare la posizione per quello che e' e non per
il nome che ha.
Alfredo
2006-10-27 21:22:50 UTC
Permalink
Sono testi fuorvianti??

inculcano idee sbagliate sugli scacchi??

vabbè secondo me stai un pò esagerando......

se il kallai lo leggi insieme ad altri libri, di strategia, tattica e
come consigli tu di partite commentate non dovrebbe far peggiorare il
gioco....certo se poi leggi il kallai e nient'altro è un'altra
storia...



ciao,

Alfredo
mario.scafroglia
2006-10-28 07:37:03 UTC
Permalink
Post by Alfredo
Sono testi fuorvianti??
inculcano idee sbagliate sugli scacchi??
vabbè secondo me stai un pò esagerando......
se il kallai lo leggi insieme ad altri libri, di strategia, tattica e
come consigli tu di partite commentate non dovrebbe far peggiorare il
gioco....certo se poi leggi il kallai e nient'altro è un'altra
storia...
ciao,
Alfredo
Ma certo, come testo di riferimento, per verificare qualche variante
va benissimo : il MOntaruli voleva forse dire che, nella prima fase di
apprendimento, conviene lasciar da parte qualsiasi approfondimento
SOLO mnemonico sulle aperture, non basato cioè
sulla reale conoscenza del gioco ,
e andare avanti esclusivamente per concetti strategici e posizionali ,
cosa sulla quale sono anch'io d'accordo, ma un testo di riferimento
sulle aperture, da aprire una volta tanto, lo si può benissimo avere,
se serve SOLO per verificare la correttezza delle conclusioni alle
quali si arriva con il proprio autonomo ragionamento...

Il problema è che tantissimi nuovi scacchisti, invece di compiere
questo "sano" percorso, preferiscono la scorciatoia di mandare a
memoria moltissime varianti di apertura, credendo che quello sia il
sistema da seguire, con il risultato di

- capire pochissimo della essenza del gioco
- alla lunga perdere interesse nello stesso
- raggiungere magari velocemente una categoria nazionale , ma poi
fermarsi lì, non possedendo le conoscenze di base imdispensabili per
progredire...


Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Folco Ferretti
2006-10-28 11:01:10 UTC
Permalink
Post by Roberto Montaruli
Sono testi fuorvianti, che inculcano idee sbagliate sugli scacchi e
irrigidiscono il modo di pensare del principiante che invece deve essere
elastico e abituarsi a valutare la posizione per quello che e' e non per
il nome che ha.
Eh? Ma sei sicuro di averlo letto bene? Io una decina d'anni fa passai
parecchio tempo a lavorare sulla traduzione e mi sono fatto un'idea
diametralmente opposta.
Il Kallai è l'erede del vecchio Porreca: di tutte le aperture seleziona le
linee principali e cerca di individuare i piani a disposizione dei due
colori. Non è dogmatico, non ha pretese universalistiche, non chiede di
memorizzare troppe mosse, vuole solo dare al principante quella giusta
infarinatura che è necessaria per non essere spazzato via in apertura
(altrimenti conoscere i principi del mediogioco e del finale serve a
poco...).
Invece sostenere, come hai fatto tu in un post di qualche tempo fa, che il
Nero è contento quando il Bianco gioca 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Cf6 4. Cg5
(una linea di gioco affascinante, come del resto 4. d4; a dire il vero io un
tempo giocavo "pavidamente" 4. d3 proprio perché non mi sentivo pronto per
affrontare posizioni così a doppio taglio contro avversari di alto livello,
ma per un principiante è UTILISSIMO entrare in complicazioni per sviluppare
il senso tattico, poco importa poi se non trova sempre le migliori -
sbagliando s'impara) non significa inculcare idee sbagliate sugli scacchi?

Scusa la polemica, ma tu sei sempre tanto disponibile verso i principianti e
le tue parole vengono tenute in grande considerazione, quindi forse dovresti
stare un po' più attento prima di scrivere certe cose, altrimenti ti
prendono alla lettera e peggiorano invece di migliorare.

Saluti
F.F.
NudgeNudge
2006-10-27 19:39:22 UTC
Permalink
Post by Roger
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
I maestri della scacchiera, R.Reti, ed. Prisma.
Marco
--
know whatahmean, nudge nudge, know whatahmean, say no more?
Roger
2006-10-29 08:49:40 UTC
Permalink
Roger ha scritto:

Ringrazio voi tutti per le risposte ma la discussione ha preso una
piega poco accessibile ad un principiante.
Ricapitoliamo, io ho letto Zichichi (ed ho intenzione di rileggerlo per
meglio assimilarlo), non frequento circoli (avrei intenzione ma sono
aperti solo pochi giorni anzi lancio un appello a eventuali altri
giocatori del mio livello per giocare, rivolto a chi abita a cavallo
tra le provincie di Napoli e Caserta) e gioco stabilmente con due
persone, del mio stesso livello.
A me servirebbe un testo che mi faccia proseguire nell'apprendimento
del gioco e non so se e' piu' utile un testo generico o cominciare a
scindere le fasi del gioco e quindi dedicarmi alle aperture.
Siccome il mese prossimo saro' a Bologna ne volevo approfittare per
andare a "Le due torri" per comprare qualche testo, da qui la mia
richiesta.
Vorrei qualche titolo per andare a colpo sicuro, sicuro dell'utilita'
ed appropriato ad un principiante.
Grazie del vostro aiuto.
mario.scafroglia
2006-10-29 09:24:40 UTC
Permalink
Post by Roger
Ringrazio voi tutti per le risposte ma la discussione ha preso una
piega poco accessibile ad un principiante.
Ricapitoliamo, io ho letto Zichichi (ed ho intenzione di rileggerlo per
meglio assimilarlo), non frequento circoli (avrei intenzione ma sono
aperti solo pochi giorni anzi lancio un appello a eventuali altri
giocatori del mio livello per giocare, rivolto a chi abita a cavallo
tra le provincie di Napoli e Caserta) e gioco stabilmente con due
persone, del mio stesso livello.
A me servirebbe un testo che mi faccia proseguire nell'apprendimento
del gioco e non so se e' piu' utile un testo generico o cominciare a
scindere le fasi del gioco e quindi dedicarmi alle aperture.
Siccome il mese prossimo saro' a Bologna ne volevo approfittare per
andare a "Le due torri" per comprare qualche testo, da qui la mia
richiesta.
Vorrei qualche titolo per andare a colpo sicuro, sicuro dell'utilita'
ed appropriato ad un principiante.
Grazie del vostro aiuto.
Ma allora che Ti abbiamo risposto a fare?Dipende da Te, da quello che
chiedi agli Scacchi: se vuoi velocemente acquisire qualche categoria
nazionale ma poi fermarti lì e non trarre nessun divertimento dal
gioco dedicati pure allo studio mnemonico delle aperture
Se vuoi progredire lentamente ma sicuramente, nella conoscenza
profonda del gioco, compra qualche testo tipo

- Capablanca I Fondamenti degli Scacchi
-Koblenz Teoria e pratica
-Romanowskij Il Centro di partita
Euwe Trattato di Scacchi

Fischer Le mie 60 partite da ricordare
Bronstein Zurigo 53

(questi ultimi sono forse piuttosto complessi per una persona che
inizia, ma possono aprirti della grandi finestre sulla vera
comprensione del gioco: ad una prima lettura capirai poco o nulla, ma
, se avtai la costanza di ritornarci periodicamente, Ti si apriranno
sempre nuovi orizzonti...)

Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Yuri Garrett
2006-10-29 10:17:16 UTC
Permalink
Post by Roger
A me servirebbe un testo che mi faccia proseguire nell'apprendimento
del gioco e non so se e' piu' utile un testo generico o cominciare a
scindere le fasi del gioco e quindi dedicarmi alle aperture.
Siccome il mese prossimo saro' a Bologna ne volevo approfittare per
andare a "Le due torri" per comprare qualche testo, da qui la mia
richiesta.
Un consiglio spassionato? Lascia stare le aperture.
Pensa a capire il gioco.
Parti dai finali, occupati di tattica e strategia generale. Poi, pian
pianino, addentrati nel mondo delle aperture.

Ma ricorda, parti dai finali!

Ciao,
YG

PS: A Bologna sapranno consigliarti senz'altro, ma non indirizzarli
troppo altrimenti finiranno per venderti quello che vorrai e non quello
che ti fa bene. Insomma, alla fine loro stanno lì per vendere... :-)
Se li lasci fare, invece, ti guideranno bene.
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Cappellaio
2006-10-30 06:57:31 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
Ma ricorda, parti dai finali!
Io eviterei di consigliare ad un principiante di iniziare dai finali
anche se viene raccomandato da autorevoli scacchisti. Si finisce per
farlo annoiare. Me lo immagino con il libro di Grigoriev davanti a
sbadigliare. Non sarebbe giusto , soprattutto per Grigoriev. E' poi ,
all'inizio , anche in torneo, quando gli capiterà di giocare un finale?
Anche in seconda nazionale se ne giocano pochissimi. Quando crescerà ,
capirà l'importanza di studiarli ma non ora. Adesso , come gli hanno
già detto, è più importante la tattica e il centro partita . Caro Roger
, compra il libro di Romanosky che è sempre attuale e cerca di imparare
i concetti generali che sono fondamentali . Sono come una bussola. Poi
va bene anche il Kallai ma , come ti hanno spiegato, non imparare le
aperture a memoria . Cerca di capire il significato delle mosse e le
idee che ci sono dietro.
Ciao Cappellaio
Yuri Garrett
2006-10-30 09:55:01 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
Post by Yuri Garrett
Ma ricorda, parti dai finali!
Io eviterei di consigliare ad un principiante di iniziare dai finali
anche se viene raccomandato da autorevoli scacchisti. Si finisce per
farlo annoiare. Me lo immagino con il libro di Grigoriev davanti a
sbadigliare. Non sarebbe giusto , soprattutto per Grigoriev.
Mai pensato, neppure per un attimo, al Grigorev. Giuro! :-)
Post by Cappellaio
all'inizio , anche in torneo, quando gli capiterà di giocare un finale?
Anche in seconda nazionale se ne giocano pochissimi. Quando crescerà ,
capirà l'importanza di studiarli ma non ora. Adesso , come gli hanno
già detto, è più importante la tattica e il centro partita . Caro Roger
, compra il libro di Romanosky che è sempre attuale e cerca di imparare
i concetti generali che sono fondamentali . Sono come una bussola. Poi
va bene anche il Kallai ma , come ti hanno spiegato, non imparare le
aperture a memoria . Cerca di capire il significato delle mosse e le
idee che ci sono dietro.
Sono in completo, per quanto sereno, disaccordo! :-)

L'idea di studiare prima i finali è che solo così si imparano le
caratteristiche individuali dei pezzi e se ne migliora il coordinamento.
Poco importa se all'inizio non si conoscono le mosse esatte: avendo
chiari i concetti di base del movimento e della coordinazione dei pezzi,
non si rischiano grosse castronerie. Almeno, non al livello di gioco di
cui stiamo parlando.

Per un principiante assoluto (o quasi) è del tutto inutile conoscere la
sequenza delle mosse dell'attacco jugoslavo del dragone, ma è
fondamentale conoscere il procedimento di promozione del pedone e come
dare matto con i due alfieri - per non fare che un esempio. La
coordinazione alfiere-cavallo, che si impare nel difficile finale
"elementare" RCA contro R è di aiuto in tuta la partita, specie negli
attacchi contro il re. Così l'uso delle torri, le cui potenzialità si
aprendono nei finali di torre ma si sfruttano durante il mediogioco.

Se in Italia siamo il quarto mondo scacchistico, lo dobbiamo proprio al
fatto che tutti sanno che i grandi didatti dicono di studiare prima i
finali ma NESSUNO, dico NESSUNO, mette in pratica il consiglio -
cercando naturalmente una scorciatoia all'italiana...

Ciao,
YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Cappellaio
2006-10-30 12:52:43 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
L'idea di studiare prima i finali è che solo così si imparano le
caratteristiche individuali dei pezzi e se ne migliora il coordinamento.
Stiamo parlando di un PRINCIPIANTE che ha soltanto sfogliato un libro e
gioca sempre con gli stessi 2-3 giocatori probabilmente anche meno
motivati di lui. Se gli proponiamo un libro sui finali lo perdiamo di
sicuro. Poi dopo qualche tempo sentirà l'esigenza di studiare qualcosa
di più complesso e di apprendimento meno immediato. E noi saremo qui a
consigliarlo. :-)
Post by Yuri Garrett
Per un principiante assoluto (o quasi) è del tutto inutile conoscere la
sequenza delle mosse dell'attacco jugoslavo del dragone,
ovviamente
Post by Yuri Garrett
Se in Italia siamo il quarto mondo scacchistico, lo dobbiamo proprio al
fatto che tutti sanno che i grandi didatti dicono di studiare prima i
finali ma NESSUNO, dico NESSUNO, mette in pratica il consiglio -
cercando naturalmente una scorciatoia all'italiana...
Beh , questa è da incorniciare. Se fosse solo questa la causa del
nostro gap scacchistico potremo essere molto ottimisti.
Ciao Cappellaio
Yuri Garrett
2006-10-30 13:09:17 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
Stiamo parlando di un PRINCIPIANTE che ha soltanto sfogliato un libro e
gioca sempre con gli stessi 2-3 giocatori probabilmente anche meno
motivati di lui. Se gli proponiamo un libro sui finali lo perdiamo di
sicuro. Poi dopo qualche tempo sentirà l'esigenza di studiare qualcosa
di più complesso e di apprendimento meno immediato. E noi saremo qui a
consigliarlo. :-)
No, no. Ci sono molti bei libri sui finali, altamente godibili e che
danno anche soddisfazione a chi legge - anche se temo che tu abbia
preferito altre strade... ;-)
Post by Cappellaio
Post by Yuri Garrett
Se in Italia siamo il quarto mondo scacchistico, lo dobbiamo proprio al
fatto che tutti sanno che i grandi didatti dicono di studiare prima i
finali ma NESSUNO, dico NESSUNO, mette in pratica il consiglio -
cercando naturalmente una scorciatoia all'italiana...
Beh , questa è da incorniciare. Se fosse solo questa la causa del
nostro gap scacchistico potremo essere molto ottimisti.
Ok, ok.
E' chiaro che non è solo così, e nessuno più di me ne è consapevole
visto il mio impegno in prima linea (e di tasca mia, o meglio nostra -
di Francesca, di Augusto e mia) per favorire i giovani talenti.

Però, se la volessimo guardare con mente più aperta, è proprio questa la
causa lata del nostro ritardo: il gap culturale che ci separa dagli
altri paesi. Quando si parla di scacchi, le Alpi sono ancora ben erette:
dal punto di vista formativo, culturale, organizzativo ecc...

Insomma, storicamente, quanti in FSI hanno un'esperienza o - mai dir si
voglia - un respiro internazionale?

Ricordo ancora le lunghe battaglie solitarie contro l'italosvizzero,
meschino trofeo degli arbitri dello stivale (che lo hanno inventato per
faticare di meno); i corsi fatti dapprima alla Uisp, poi in FSI al
fianco di Krause (e, tra gli allievi, Bombelli e Dapiran) per insegnare
lo svizzero, che al tempo eravamo probabilmente in non più di cinque a
conoscere in Italia e uno solo ad applicare (io).
Per anni noi italiani siamo rimasti indietro e ci sono voluti i computer
per sbloccare la situazione, mentre là fuori tutti sapevano fare il LIM
a mano...
Anche oggi ho come il vago sospetto che, senza elettricità, pochi eletti
soltanto saprebbero far marciare come si dve un torneo a sistema
svizzero LIM...

Ma se, per l'intanto, cominciassimo a dire ai principianti di cominciare
da dove devono, ossia dai finali e da un circolo, ne avremmo una in meno
da risolvere! :-)

Ciao,
YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Cappellaio
2006-10-30 19:33:35 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
Però, se la volessimo guardare con mente più aperta, è proprio questa la
causa lata del nostro ritardo: il gap culturale che ci separa dagli
dal punto di vista formativo, culturale, organizzativo ecc...
Su questo sono perfettamente d'accordo .E il gap non riguarda solo gli
scacchi. Basta vedere quanti quotidiani e libri si leggono in Italia e
quanta brutta televisione si spreca.
Post by Yuri Garrett
Ma se, per l'intanto, cominciassimo a dire ai principianti di cominciare
da dove devono, ossia dai finali e da un circolo, ne avremmo una in meno
da risolvere! :-)
E dalli, sei un tipo ostinato. Vada per il circolo ma i finali
aspettino un pochino. Non dico che non vadano studiati ma non vanno
serviti come antipasto e nemmeno come primo.
Ciao Cappellaio
Yuri Garrett
2006-10-30 19:51:15 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
E dalli, sei un tipo ostinato. Vada per il circolo ma i finali
aspettino un pochino. Non dico che non vadano studiati ma non vanno
serviti come antipasto e nemmeno come primo.
Ostinatissimo! :-)

E con me, Botvinnik, Keres, Tal, Karpov, Dvoretskij, Kasparov...

Ciao,
YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Mau Cam
2006-10-31 10:12:23 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
E dalli, sei un tipo ostinato. Vada per il circolo ma i finali
aspettino un pochino. Non dico che non vadano studiati ma non vanno
serviti come antipasto e nemmeno come primo.
Per salvare capra e cavoli basta fare così:
quando si analizza una partita disputata persa in finale (perché se ne
perderanno tante!), si studia il finale attinente alla partita
magari su posizioni simili (con stesso numero di pezzi, e disposizione
simile)
a quella trovata in partita.

saludos
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
AndreaM
2006-10-31 16:41:34 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
Post by Yuri Garrett
Però, se la volessimo guardare con mente più aperta, è proprio questa la
causa lata del nostro ritardo: il gap culturale che ci separa dagli
dal punto di vista formativo, culturale, organizzativo ecc...
Su questo sono perfettamente d'accordo .E il gap non riguarda solo gli
scacchi. Basta vedere quanti quotidiani e libri si leggono in Italia e
quanta brutta televisione si spreca.
Post by Yuri Garrett
Ma se, per l'intanto, cominciassimo a dire ai principianti di cominciare
da dove devono, ossia dai finali e da un circolo, ne avremmo una in meno
da risolvere! :-)
E dalli, sei un tipo ostinato. Vada per il circolo ma i finali
aspettino un pochino. Non dico che non vadano studiati ma non vanno
serviti come antipasto e nemmeno come primo.
Ciao Cappellaio
Io credo che l'apprendimento iniziale degli scacchi debba includere uno
studio dei primi elementi di TUTTE le fasi del gioco. Ogni fase è
governata da principi diversi e parzialmente perfino antitetici (non
per nulla si definisce finale, seguendo il Romanovski, quella fase di
gioco in cui il ruolo de Re diventa da passivo ad attivo, a prescindere
dal numero di pezzi presenti sulla scacchiera). Lo studente deve capire
da subito che momenti diversi della partita richiedono attenzioni di
tipo diverso.

Però insisto anch'io che inizialmente si deve prestare maggior cura
allo studio dei finali. E non per una finalità pratica, giacchè è
vero che raramente le partite fra principianti arrivano al finale e
quasi mai a finali equilibrati e complessi.

Piuttosto perchè i finali, pur decisamente non banali, sono PIU'
FACILI da comprendere che non le aperture o il mediogioco. Non è un
paradosso, ma la semplice constatazione che mentre nei finali esiste
una consolidata teoria ed è ormai appurato che seguendo determinati
piani si arriva a ben precisi risultati CONCRETI, altrettanto non si
può dire per il mediogioco di cui manca ancora una teoria generale
(l'osservazione non è mia ma, credo, di Watson). Il numero e la natura
delle 'regole' da seguire nel mediogioco, e ancor di più le eccezioni
a queste regole e le eccezioni alle eccezioni, sono tali da renderne la
comprensione assolutamente impervia a chi non abbia già una minima
padronanza dell'azione dei pezzi e del funzionamento delle strutture
pedonali che si possono comprendere nel modo più "puro" solo nel
finale.

La "teoria delle aperture" è poi essa stessa una contraddizione in
termini, visto che non di teoria si basa (fondata cioè su un sistema
ristretto e preciso di regole fondamentali), bensì della
stratificazione di 150 anni di PRATICA magistrale ad alto livello. E
non ha senso apprendere meccanicamente le aperture se non si ha una
discreta conoscenza di dove si va a parare (mediogioco, finale).

------------------------------------------------------------

Vorrei dire due parole (basandomi sulla mia esperienza ahimè ormai
quasi trentacinquennale) sulla questione dell'Italia come "quarto mondo
scacchistico".

Al di là dell'imparare prima aperture, mediogioco o finali, mi sembra
del tutto folle pensare che un principiante possa imparare seriamente a
giocare semplicemente giocando e leggendo libri.

Sarebbe come pensare che leggendo trattati di pittura e dipingendo un
po' si diventa pittori, che leggendo trattati di musica e
scribacchiando su un pentagramma si diventa musicisti, che leggendo
libri di analisi matematica e provando a calcolare qualche integrale si
diventi matematici.

Ci sono autodidatti di genio (Fischer, per fare un esempio a tutti noi
noto) ma la regola generale è che le conoscenze, in qualunque campo,
si apprendono da un rapporto diretto maestro-allievo, dal partecipare,
cioè, ad una "scuola".

Gli scacchi non fanno eccezione. Ed è questa la ragione perchè lo
scacchismo sovietico è stato così dominante dalla seconda guerra
mondiale a tutti gli anni '80: perchè loro avevano organizzato una
SCUOLA di scacchi, dove i concetti, le esperienze, le idee venivano
passati da generazione in generazione, da maestro ad allievo, non
sporadicamente ma con un lavoro organizzato su base giornaliera. E non
sto parlando qui di frequentare un circolo.

Ed è questo che a noi manca e che mai si è riuscito a realizzare.
Rimarremo 'quarto mondo' fintanto che non si avranno la volontà, la
mentalità ed i mezzi necessari perchè i nostri giovani di talento
siano seguiti giornalmente da allenatori ed istruttori che guidino il
loro apprendistato, esattamente come succede nelle tante discipline
sportive in cui gli atleti italiani tradizionalmente eccellono.
Yuri Garrett
2006-10-31 17:37:36 UTC
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Post by AndreaM
Io credo che l'apprendimento iniziale degli scacchi debba includere uno
studio dei primi elementi di TUTTE le fasi del gioco. Ogni fase è
governata da principi diversi e parzialmente perfino antitetici (non
per nulla si definisce finale, seguendo il Romanovski, quella fase di
gioco in cui il ruolo de Re diventa da passivo ad attivo, a prescindere
dal numero di pezzi presenti sulla scacchiera). Lo studente deve capire
da subito che momenti diversi della partita richiedono attenzioni di
tipo diverso.
Però insisto anch'io che inizialmente si deve prestare maggior cura
allo studio dei finali.
CUT
Post by AndreaM
Rimarremo 'quarto mondo' fintanto che non si avranno la volontà, la
mentalità ed i mezzi necessari perchè i nostri giovani di talento
siano seguiti giornalmente da allenatori ed istruttori che guidino il
loro apprendistato, esattamente come succede nelle tante discipline
sportive in cui gli atleti italiani tradizionalmente eccellono.
Grandissimo post! :-)

Ciao,
YG
--
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mario.scafroglia
2006-10-31 18:11:31 UTC
Permalink
Post by AndreaM
Io credo che l'apprendimento iniziale degli scacchi debba includere uno
studio dei primi elementi di TUTTE le fasi del gioco. Ogni fase è
governata da principi diversi e parzialmente perfino antitetici (non
per nulla si definisce finale, seguendo il Romanovski, quella fase di
gioco in cui il ruolo de Re diventa da passivo ad attivo, a prescindere
dal numero di pezzi presenti sulla scacchiera). Lo studente deve capire
da subito che momenti diversi della partita richiedono attenzioni di
tipo diverso.
Però insisto anch'io che inizialmente si deve prestare maggior cura
allo studio dei finali. E non per una finalità pratica, giacchè è
vero che raramente le partite fra principianti arrivano al finale e
quasi mai a finali equilibrati e complessi.
Piuttosto perchè i finali, pur decisamente non banali, sono PIU'
FACILI da comprendere che non le aperture o il mediogioco. Non è un
paradosso, ma la semplice constatazione che mentre nei finali esiste
una consolidata teoria ed è ormai appurato che seguendo determinati
piani si arriva a ben precisi risultati CONCRETI, altrettanto non si
può dire per il mediogioco di cui manca ancora una teoria generale
(l'osservazione non è mia ma, credo, di Watson). Il numero e la natura
delle 'regole' da seguire nel mediogioco, e ancor di più le eccezioni
a queste regole e le eccezioni alle eccezioni, sono tali da renderne la
comprensione assolutamente impervia a chi non abbia già una minima
padronanza dell'azione dei pezzi e del funzionamento delle strutture
pedonali che si possono comprendere nel modo più "puro" solo nel
finale.
Grande Andrea!
Come va?

E' anche vero però che i finali sono noiosetti, almeno quelli molto
tecnici : è vero che , poi, approfondendo la propria conoscenza del
gioco, anche nel finale di partita, che all'inizio può sembrare arido
e poco creativo, si scoprono delle gemme incredibili , ma il
principiante ha forse bisogno , come facevi giustamente rilevare, di
spaziare con una visione generale su TUTTE le fasi della partita,
altrimenti, se non ha una impostazione mentale "scientifica" tende ad
annoiarsi...

Come diceva il grande Tarrasch, "prima del Finale gli Dei hanno messo
il Centropartita" , ed è forse da lì che si deve cominciare ad
approfondire la propria conoscenza del gioco

Poi, pian piano, con l'esperienza e la fondamentale pratica, si
approfondiranno le
altre fasi della partita...
Post by AndreaM
La "teoria delle aperture" è poi essa stessa una contraddizione in
termini, visto che non di teoria si basa (fondata cioè su un sistema
ristretto e preciso di regole fondamentali), bensì della
stratificazione di 150 anni di PRATICA magistrale ad alto livello. E
non ha senso apprendere meccanicamente le aperture se non si ha una
discreta conoscenza di dove si va a parare (mediogioco, finale).
Assolutamente vero
Ho insegnato Scacchi nelle scuole per qualche tempo e MAI ho voluto
trattare l'argomento "apertura" con i miei giovani allievi, cercando
solo di trasmettere loro qualche sano principio generale...
Post by AndreaM
------------------------------------------------------------
Vorrei dire due parole (basandomi sulla mia esperienza ahimè ormai
quasi trentacinquennale) sulla questione dell'Italia come "quarto mondo
scacchistico".
Al di là dell'imparare prima aperture, mediogioco o finali, mi sembra
del tutto folle pensare che un principiante possa imparare seriamente a
giocare semplicemente giocando e leggendo libri.
Sarebbe come pensare che leggendo trattati di pittura e dipingendo un
po' si diventa pittori, che leggendo trattati di musica e
scribacchiando su un pentagramma si diventa musicisti, che leggendo
libri di analisi matematica e provando a calcolare qualche integrale si
diventi matematici.
Ci sono autodidatti di genio (Fischer, per fare un esempio a tutti noi
noto) ma la regola generale è che le conoscenze, in qualunque campo,
si apprendono da un rapporto diretto maestro-allievo, dal partecipare,
cioè, ad una "scuola".
Gli scacchi non fanno eccezione. Ed è questa la ragione perchè lo
scacchismo sovietico è stato così dominante dalla seconda guerra
mondiale a tutti gli anni '80: perchè loro avevano organizzato una
SCUOLA di scacchi, dove i concetti, le esperienze, le idee venivano
passati da generazione in generazione, da maestro ad allievo, non
sporadicamente ma con un lavoro organizzato su base giornaliera. E non
sto parlando qui di frequentare un circolo.
Ed è questo che a noi manca e che mai si è riuscito a realizzare.
Rimarremo 'quarto mondo' fintanto che non si avranno la volontà, la
mentalità ed i mezzi necessari perchè i nostri giovani di talento
siano seguiti giornalmente da allenatori ed istruttori che guidino il
loro apprendistato, esattamente come succede nelle tante discipline
sportive in cui gli atleti italiani tradizionalmente eccellono.
Per la verità, qualche piccolo passo avanti si è fatto,
negli ultimi 4-5 anni , ed oggi qualche "mosca bianca" , qualcuno dei
nostri giovani più dotati di talento , ha la possibilità, grazie alla
Federazione, di essere seguito assiduamente da un forte GM o MI

Ma certamente è ancora troppo poco, perché ci sarebbe bisogno di
"istallare" in ogni regione almeno UNA scuola di alto livello in grado
di dare a più soggetti quelle possibilità oggi riservate a pochissimi
giovani : solo allora potremmo parlare di una vera crescita del nostro
movimento

E per far questo avremmo bisogno di una Federazione forte ed in grado
di moltiplicare le proprie risorse da "reinvestire" in progetti come
questo : ci riusciremo mai?

Ciao! Un saluto

Mauro Scacco


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
AndreaM
2006-11-01 21:31:41 UTC
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Post by mario.scafroglia
Grande Andrea!
Come va?
Ciao Mauro,

oggi un po' meno bene visto che ho concluso in malo modo (0/2) il
Torneo Weekend alla Scacchistica Torinese (sì, faccio ancora qualche
torneo ogni tanto.....). Purtroppo con questo stramaledetto tempo di
riflessione di 90'+30'' finisco sempre in zeitnot verso la 15-esima
mossa......... Ma questo meriterebbe un thread apposito.
Post by mario.scafroglia
E' anche vero però che i finali sono noiosetti, almeno quelli molto
Vero. Ma è anche vero che TUTTE le attività umane specializzate
richiedono l'apprendimento di tecniche di base che spesso non risultano
così "piacevoli". Forse che l'incantevole virtuosismo di un pianista
non passa per innumerovoli giornate passate in ore di noiosi esercizi
sulla tastiera?
Post by mario.scafroglia
Come diceva il grande Tarrasch, "prima del Finale gli Dei hanno messo
il Centropartita" , ed è forse da lì che si deve cominciare ad
approfondire la propria conoscenza del gioco
Io avevo sempre pensato che così dicendo Tarrasch volesse rivendicare
per lo spirito creativo dello scacchista, chiuso già a quei tempi tra
i dogmatismi dell'apertura e la tecnica dei finali, uno spazio dove
esprimersi più liberamente e risultare decisivo per l'esito dello
scontro.

Comunque, qualunque cosa Tarrasch volesse dire, suppongo parlasse per
sè e per quella ristretta cerchia di giocatori che potevano competere
con lui e mi sembra arduo far discendere da quella affermazione un
principio didattico.

In verità, se guardo alla produzione scacchistica di un principiante
(fra i quali posso tranquillamente includermi) il centropartita più
che alla limpida creazione di un Dio assomiaglia all'oscura trama del
caos ordito dal Maligno.
Alessandro J.
2006-11-05 01:30:49 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Ma certamente è ancora troppo poco, perché ci sarebbe bisogno di
"istallare" in ogni regione almeno UNA scuola di alto livello in grado
di dare a più soggetti quelle possibilità oggi riservate a pochissimi
giovani : solo allora potremmo parlare di una vera crescita del nostro
movimento
E per far questo avremmo bisogno di una Federazione forte ed in grado
di moltiplicare le proprie risorse da "reinvestire" in progetti come
questo : ci riusciremo mai?
Penso che gli esempi pratici in Occidente dimostrino che la forza della
Federazione ha ben poco a che vedere con la prolificità con cui
produce GM : per attenermi ad una realtà che ho conosciuto abbastanza,
la BCF Inglese ( adesso ECF ) è da anni in uno stato pietoso per
mancanza cronica di fondi, e non ha comunque mai navigato nell'oro, e
di certo non ha tutti questi soldi da investire nella formazione di
talenti: all'epoca conobbi Rod Mc Shane, padre di Luke Mc Shane, quanto
questi era ancora solo un promettentissimo bambino, e mi parlo' delle
spese che doveva sostenere per mandare il figlio dai GM, per non
parlare dell'investimento di tempo e danaro per partecipare ai vari
massacranti weekend in giro per l'isola. da come parlava pero' si
capiva che pensava che ne valesse veramente la pena. Non so' se una
situazione simile si potesse ripetere in Italia.
Continuando a trattare dell'organizzazione, La BCF ha un sistema elo
grottesco, tante delle partite disputate non vengono nemmeno contate,
ha continue scissioni interne con federazioni regionali che si mettono
in proprio, tornei e leghe si svolgono spesso in luoghi squallidi,
materiale scacchistico ai tornei spesso antiquato o di second'ordinee,
il suo torneo principale ( 4NCL ) si svolge in maniera praticamente ad
essa indipendente, insomma, non gira una lira ed è tutto dilettantesco
eppure regolarmente ogni anno spuntano fuori nuovi GM.
In compenso hanno vinto un solo mondiale, per giunta in casa e
rubandolo. Non è che il problema, aldilà di ogni sinergia e forza di
federazione è che mentre nella fredda Inghilterra è meglio starsene a
casa a studiare scacchi qui in Italia i ragazzi preferiscono andare a
giocare a pallone ( o andare a rimorchiare al luna park ) ?
mario.scafroglia
2006-11-05 10:28:40 UTC
Permalink
Post by Alessandro J.
Continuando a trattare dell'organizzazione, La BCF ha un sistema elo
grottesco, tante delle partite disputate non vengono nemmeno contate,
ha continue scissioni interne con federazioni regionali che si mettono
in proprio, tornei e leghe si svolgono spesso in luoghi squallidi,
materiale scacchistico ai tornei spesso antiquato o di second'ordinee,
il suo torneo principale ( 4NCL ) si svolge in maniera praticamente ad
essa indipendente, insomma, non gira una lira ed è tutto dilettantesco
eppure regolarmente ogni anno spuntano fuori nuovi GM.
In compenso hanno vinto un solo mondiale, per giunta in casa e
rubandolo. Non è che il problema, aldilà di ogni sinergia e forza di
federazione è che mentre nella fredda Inghilterra è meglio starsene a
casa a studiare scacchi qui in Italia i ragazzi preferiscono andare a
giocare a pallone ( o andare a rimorchiare al luna park ) ?
Be', a parte il fatto che in Spagna fa caldo come da Noi ma laggiù
sono mille anni avanti, negli Scacchi,
, come mai a Bridge abbiamo da insegnare a tutto il mondo?

Coma mai la Federbridge ( Sport della mente come il nostro) ha una
struttura invidiabile e risorse 10 volte le nostre, molti sponsor etc
etc?

Se fosse SOLO una questione geografica la Inghilterra dovrebbe essere
inarrivabile anche a Bridge, invece i ragazzi italiani , pur se vanno
qualche volta a rimorchiare al luna park,
riescono a suonarle a tutto il mondo, a livello assoluto e
giovanile...


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Maurizio Mascheroni
2006-11-05 11:13:13 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Be', a parte il fatto che in Spagna fa caldo come da Noi ma laggiù
sono mille anni avanti, negli Scacchi,
, come mai a Bridge abbiamo da insegnare a tutto il mondo?
Coma mai la Federbridge ( Sport della mente come il nostro) ha una
struttura invidiabile e risorse 10 volte le nostre, molti sponsor etc
etc?
E come la federbridge, nonostante la struttura invidiabile e risorse dieci
volte le nostre e i molti sponsor, ha il numero dei tesserati in caduta libera?

Eddai Mauro ... tu riduci sempre le cose a formuline magiche ... invece
no, le cause di un fenomeno, positivo o negativo che sia, sono sempre
più complesse di quanto tu immagini.

Ciao!
Maurizio Mascheroni
Franco Pezzi
2006-11-05 14:14:52 UTC
Permalink
CUT
Post by mario.scafroglia
Post by Alessandro J.
rubandolo. Non è che il problema, aldilà di ogni sinergia e forza di
federazione è che mentre nella fredda Inghilterra è meglio starsene a
casa a studiare scacchi qui in Italia i ragazzi preferiscono andare a
giocare a pallone ( o andare a rimorchiare al luna park ) ?
Be', a parte il fatto che in Spagna fa caldo come da Noi ma laggiù
sono mille anni avanti, negli Scacchi,
, come mai a Bridge abbiamo da insegnare a tutto il mondo?
Coma mai la Federbridge ( Sport della mente come il nostro) ha una
struttura invidiabile e risorse 10 volte le nostre, molti sponsor etc
etc?
Se fosse SOLO una questione geografica la Inghilterra dovrebbe essere
inarrivabile anche a Bridge, invece i ragazzi italiani , pur se vanno
qualche volta a rimorchiare al luna park,
riescono a suonarle a tutto il mondo, a livello assoluto e
giovanile...
Io ho una teoria ma quando la metto sul piatto vengo immediatamente
contestato:
secondo me nel bridge, gioco sociale, primeggiamo perché condividiamo la
responsabilità del risultato con il nostro partner (e sempre sua la colpa di
qualche mano storta).
Si tratta di un gioco con le carte e queste cominciamo, quasi tutti, a
maneggiarle sin da ragazzini. Tutti sanno giocare a tresette o a
"beccaccino" (tresette con atout).
I nostri vecchi, all'osteria, non giocano a scacchi ma, con un quartino di
vino accanto, smazzano le carte. In casa o al Circolo Cittadino giocano a
carte (qualunque gioco ma a carte). Persino il nostro Ma-Jong assomiglia al
tresette. Da qui a passare al bridge il passo è breve.

Nel gioco degli scacchi (molto meno sociale) siamo responsabili in prima
persona del risultato. Inoltre, il gioco degli scacchi rappresenta una
guerra e in guerra occorre, è necessario, bisogna essere veramente cattivi.
E gli italiani, come indole e in generale, non sono cattivi. Si
sa....italiani, brava gente.
Insomma, "a parte qualche decina di migliaia" sparsi qua e là per la
penisola (eh, sì, purtroppo rappresentano la nostra eccezione), non siamo
assassini.
Giochiamo in maniera dilettantesca. Vogliamo divertirci (parlo delle decine
e decine di migliaia che giocano a scacchi in casa senza nemmeno sapere che
esitono dei Circoli).
Non desideriamo la morte (nemmeno quella virtuale) del nostro avversario.
Forse è un retaggio del nostro passato: antico (partiamo dalla storia di
Roma) e colmo di sangue e atrocità (dal Medio Evo sino alla Seconda Guerra
Mondiale). Insomma ancora, oggi come oggi, gli italiani sono troppo buoni
per diventare Campioni mondiali di scacchi.

E, adesso, come tanti altri, contestatemi pure.

Ciao.
Franco
Cappellaio
2006-11-06 06:27:24 UTC
Permalink
Post by Franco Pezzi
Io ho una teoria ma quando la metto sul piatto vengo immediatamente
secondo me nel bridge, gioco sociale, primeggiamo perché condividiamo la
responsabilità del risultato con il nostro partner (e sempre sua la colpa di
qualche mano storta).
Si tratta di un gioco con le carte e queste cominciamo, quasi tutti, a
maneggiarle sin da ragazzini. Tutti sanno giocare a tresette o a "beccaccino"
(tresette con atout).
I nostri vecchi, all'osteria, non giocano a scacchi ma, con un quartino di
vino accanto, smazzano le carte. In casa o al Circolo Cittadino giocano a
carte (qualunque gioco ma a carte). Persino il nostro Ma-Jong assomiglia al
tresette. Da qui a passare al bridge il passo è breve.
Condivido pienamente la tua teoria. A quello che hai scritto
aggiungerei anche qualche aspetto "culturale". Siamo tra i popoli che
leggiamo meno, siamo meno portati alla concentrazione e
all'astrazione. Consumiamo molta televisione. Questo non ci aiuta ad
essere buoni scacchisti.
Post by Franco Pezzi
Nel gioco degli scacchi (molto meno sociale) siamo responsabili in prima
persona del risultato. Inoltre, il gioco degli scacchi rappresenta una guerra
e in guerra occorre, è necessario, bisogna essere veramente cattivi. E gli
italiani, come indole e in generale, non sono cattivi. Si sa....italiani,
brava gente.
Su questo dissento :-). E' vero , siamo meno guerrieri di qualche
millennio fa ma quanto a cattiveria non prendiamo lezioni da nessuno
:-).
Ciao Cappellaio
Alessandro J.
2006-11-05 22:23:22 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Be', a parte il fatto che in Spagna fa caldo come da Noi ma laggiù
sono mille anni avanti, negli Scacchi,
, come mai a Bridge abbiamo da insegnare a tutto il mondo?
Coma mai la Federbridge ( Sport della mente come il nostro) ha una
struttura invidiabile e risorse 10 volte le nostre, molti sponsor etc
etc?
Il fatto è che riconduci ad un singolo fatto ( la FSI debole ) il
motivo per cui gli scacchi in Italia non vanno ed il Bridge si' ,
battendo sempre il chiodo sul fatto che il Bridge, * sport della mente
* , in Italia và a gonfie vele, per cui non vedi motivo perchè anche
gli scacchi non debbano andare alla grande.
1. Ma se fosse invece che la federbridge è forte perchè ci sono tanti
praticanti in Italia, per qualche motivo insondabile piu' numerosi, o
piu' ricchi o piu' non so' chè degli scacchisti ?
2. Perchè il Rugby in Italia ha pochissimo seguito rispetto al calcio
? E perchè in Francia ed in Inghilterra giocano ad un altro livello ?
Eppure, è uno sport di palla come il calcio. Sarà colpa della
federazione del Rugby ?
mario.scafroglia
2006-11-06 08:36:57 UTC
Permalink
Post by Alessandro J.
Post by mario.scafroglia
Be', a parte il fatto che in Spagna fa caldo come da Noi ma laggiù
sono mille anni avanti, negli Scacchi,
, come mai a Bridge abbiamo da insegnare a tutto il mondo?
Coma mai la Federbridge ( Sport della mente come il nostro) ha una
struttura invidiabile e risorse 10 volte le nostre, molti sponsor etc
etc?
Il fatto è che riconduci ad un singolo fatto ( la FSI debole ) il
motivo per cui gli scacchi in Italia non vanno ed il Bridge si' ,
battendo sempre il chiodo sul fatto che il Bridge, * sport della mente
* , in Italia và a gonfie vele, per cui non vedi motivo perchè anche
gli scacchi non debbano andare alla grande.
No, veramente sei stato Tu a citare l'Inghilterra ed i ragazzi
italiani a cui piace il pallone senza considerare che esiste anche in
Italia una Federazione degli Sport della Mente capace di primeggiare
in tutto il mondo...
Post by Alessandro J.
1. Ma se fosse invece che la federbridge è forte perchè ci sono tanti
praticanti in Italia, per qualche motivo insondabile piu' numerosi, o
piu' ricchi o piu' non so' chè degli scacchisti ?
Guarda che 15 anni fa la Federbridge stava peggio di Noi, non si
vinceva più nulla dopo essere stati i primi al mondo

Si sono riorganizzati su basi professionali e manageriali ed oggi ne
stanno godendo i frutti
Da Noi solo adesso, a forza di "spinte" anche mie, si sta provando a
fare qualcosa, ma si preferisce ancora in gran parte puntare su una
organizzazione non professionale e fondata sul "volontarismo a tempo
perso" : finché non si cambierà radicalmente prospettiva saremo
destinati a rimanere più o meno dove siamo ora...
Post by Alessandro J.
2. Perchè il Rugby in Italia ha pochissimo seguito rispetto al calcio
? E perchè in Francia ed in Inghilterra giocano ad un altro livello ?
Eppure, è uno sport di palla come il calcio. Sarà colpa della
federazione del Rugby ?
Io questo non l'ho detto , sei Tu che hai citato gli Inglesi e
"sentenziato" la impossibilità per i ragazzi italiani di dedicarsi ad
altro che al pallone ed al "rimorchio" al Luna Park ...

Il Rugby non è mai riuscito, per motivi forse di tradizione culturale,
ad entrare nelle scuole come il Basket, anche per il tipo di sport
troppo "fisico", da qui il seguito limitato, ma esistono cento giochi
fatti con la palla, non tutti possono avere lo stesso numero di
praticanti, comunque si tratta anche di avere una Federazione attiva e
capace, anche negli Sport fatti con la palla, guarda il Tennis
Italiano di oggi, ridotto ai minimi termini...

Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Alessandro J.
2006-11-06 23:06:25 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
No, veramente sei stato Tu a citare l'Inghilterra ed i ragazzi
italiani a cui piace il pallone senza considerare che esiste anche in
Italia una Federazione degli Sport della Mente capace di primeggiare
in tutto il mondo...
l'Inghilterra l'ho menzionata quale esempio di Federazione debole che
produce comunque giocatori di livello, in merito alle tue
considerazioni sul fatto che se la FSI fosse piu' forte potrebbe
sostenenere un maggior numero di giocatori per elevare il numero di GM
allo stesso livello delle altre nazioni europee. La BCF stà messa
peggio della FSI, eppure ogni anno hanno nuovi titolati, quindi forse
la forza della federazione ed il sostegno che puo' dare ai giovani,
economico e non , puo' non essere il motivo principale della forza di
gioco di un paese.
Post by mario.scafroglia
Guarda che 15 anni fa la Federbridge stava peggio di Noi, non si
vinceva più nulla dopo essere stati i primi al mondo
Si sono riorganizzati su basi professionali e manageriali ed oggi ne
stanno godendo i frutti
Da Noi solo adesso, a forza di "spinte" anche mie, si sta provando a
fare qualcosa, ma si preferisce ancora in gran parte puntare su una
organizzazione non professionale e fondata sul "volontarismo a tempo
perso" : finché non si cambierà radicalmente prospettiva saremo
destinati a rimanere più o meno dove siamo ora...
Dibattito eterno: la federazione puo' migliorare e rendere il gioco
piu' popolare, o la forza di una federazione è semplicemente il
riflesso della popolarità dello sport nel paese in questione ?
A questo punto sorge la domanda: ma la federbridge Inglese a che
livello è ?
Post by mario.scafroglia
Post by Alessandro J.
2. Perchè il Rugby in Italia ha pochissimo seguito rispetto al calcio
? E perchè in Francia ed in Inghilterra giocano ad un altro livello ?
Eppure, è uno sport di palla come il calcio. Sarà colpa della
federazione del Rugby ?
Io questo non l'ho detto ,
Si che lo dici, quando ti riferisci agli scacchi : la federbridge è
una organizzazione da sogno, e quindi come sport della mente anche gli
scacchi italiani non dovrebbero essere da meno . Io, di rimando, se il
calcio , sport di palla, è cosi popolare in Italia, perchè il Rugby,
sport di palla anch'esso, non lo è altrettanto ? Seguendo il tuo
ragionamento, si dovrebbe incolpare la federazione rugbistica italiana,
e non un interesse minore degli italiani verso questo sport.
Post by mario.scafroglia
sei Tu che hai citato gli Inglesi e
"sentenziato" la impossibilità per i ragazzi italiani di dedicarsi ad
altro che al pallone ed al "rimorchio" al Luna Park ...
Maniera scherzosa per indicare che forse i motivi del diverso successo
di certe attività in paesi diversi siano dettati da fatti culturali e
non semplicemente dalla bravura o meno di un gruppo di dirigenti.
Marco
2006-11-02 08:58:00 UTC
Permalink
Post by AndreaM
Ed è questo che a noi manca e che mai si è riuscito a realizzare.
Rimarremo 'quarto mondo' fintanto che non si avranno la volontà, la
mentalità ed i mezzi necessari perchè i nostri giovani di talento
siano seguiti giornalmente da allenatori ed istruttori che guidino il
loro apprendistato, esattamente come succede nelle tante discipline
sportive in cui gli atleti italiani tradizionalmente eccellono.
D'accordo al 100%... pero' il problema pratico e' il seguente:

un ragazzino che gioca a calcio puo' sperare di diventare professionista
(poi puo' farcela o meno, ma se ce la fa sa che potra' vivere di
quello).

Le scuole calcio credo che ci siano perche' chi investe su esse
sa di poterci investire, ovvero ha la *certezza* che se spende
X, prima o poi gli rientrera' X+Y (con Y>0). Nel calcio il "business"
c'e' gia'. E' gia' consolidato a livello mondiale e probabilmente
il "livello di consolidamento" in Italia e' gia' superiore al
"livello di consolidamento" medio mondiale.

Per gli scacchi: chi rischia oggi un investimento (e non solo
negli scacchi. Nessuna azienda investe piu' su niente se non ha gia'
la certezza matematica di un rientro economico prima di iniziare. In
particolare le aziende italiane) ? E poi... quelli che
dovessero "scegliere" di fare i professionisti sono certi che
se "ce la fanno" poi possono vivere di professionismo scacchistico.


Ciao,
Marco.
--
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AndreaM
2006-11-02 11:11:58 UTC
Permalink
Post by Marco
un ragazzino che gioca a calcio puo' sperare di diventare professionista
(poi puo' farcela o meno, ma se ce la fa sa che potra' vivere di
quello).
Le scuole calcio credo che ci siano perche' chi investe su esse
sa di poterci investire, ovvero ha la *certezza* che se spende
X, prima o poi gli rientrera' X+Y (con Y>0). Nel calcio il "business"
c'e' gia'. E' gia' consolidato a livello mondiale e probabilmente
il "livello di consolidamento" in Italia e' gia' superiore al
"livello di consolidamento" medio mondiale.
Per gli scacchi: chi rischia oggi un investimento (e non solo
negli scacchi. Nessuna azienda investe piu' su niente se non ha gia'
la certezza matematica di un rientro economico prima di iniziare. In
particolare le aziende italiane) ? E poi... quelli che
dovessero "scegliere" di fare i professionisti sono certi che
se "ce la fanno" poi possono vivere di professionismo scacchistico.
Ciao,
Marco.
Hai certamente ragione.

Infatti i sovietici si sono potuti permettere la scuola di scacchi che
avevano proprio perchè non avevano problemi di ritorno economico e la
vita dello scacchista di successo (che può girare per il mondo ed
avere condizione di privilegio a casa) era sicuramente vista come una
buona possibilità dagli adolescenti e dalle loro famiglie.

In occidente gli scacchi sono sempre stati un fenomeno prettamente
dilettantistico per semplici ragioni economiche.

Ad un certo punto però qualcosa è cambiato. Non tanto la vittoria di
Fischer contro Spasskij, quanto l'offerta, oggi diremmo
sponsorizzazione, di 50.000 sterline che a metà degli anni '70 tale
Mr. Slater (se ricordo bene) mise in premio per il primo britannico che
fosse riuscito ad ottenere il titolo di Grande Maestro. Il premio fu
poi vinto da Tony Miles.

Da allora qualcosa è cambiato e sappiamo tutti che tipo di potenza
scacchistica sia oggi la Gran Bretagna. Questa "rinascita" si è poi
estesa al resto dell'europa occidentale ed è ormai da molto tempo che
Germania, Francia, Spagna ed Inghilterra producono con una certa
regolarità giovani grandi maestri di grande talento e di grande
caratura internazionale. (che a colmare il gap con l'europa dell'est
sia anche intervenuto il crollo dei regimi comunisti è ovvio, ma non
è il punto della faccenda).

Però qui da noi tutto ciò non si è visto, i nostri giocatori restano
fuori dal giro internazionale, per un nostro giovane un grande
risultato è ottenere una norma da MI, la nostra squadra olimpica
(oltre ad avere un'età media avanzatissima) ottiene sempre risultati
su cui è meglio glissare. Perfino la Grecia ha scacchisticamente
parlando una situazione migliore della nostra.

Quindi, sicuramente l'handicap di cui gli scacchi soffrono a paragone
con discipline più, in prospettiva, remunerative esiste e non può
essere negato. Però devono esserci altrettamento sicuramente delle
cause proprie nostre specifiche dietro questa mancanza di successi.

Che un campione di scacchi dell'est scelga di cambiare residenza
muovendosi negli USA od in Israele può essere spiegato con ragioni
extra-scacchistiche. Ma perchè se decide di spostarsi nell'europa
occidentale va in Spagna in Francia o in Germania e mai (tranne poche
eccezioni tutte, absit iniuria, di secondo piano) qui da noi?
Marino Ruggeri
2006-10-31 21:32:11 UTC
Permalink
Cappellaio ha scritto:
...............
E dalli, sei un tipo ostinato. Vada per il circolo ma i finali aspettino
un pochino. Non dico che non vadano studiati ma non vanno serviti come
antipasto e nemmeno come primo.
Ciao Cappellaio
Ma qualcuno non ha scritto che lo studio dei finali sono alla base della
comprensione della strategia scacchistica?
corrado Astengo
2006-11-01 00:14:54 UTC
Permalink
On Tue, 31 Oct 2006 22:32:11 +0100, Marino Ruggeri
Post by Marino Ruggeri
...............
E dalli, sei un tipo ostinato. Vada per il circolo ma i finali aspettino
un pochino. Non dico che non vadano studiati ma non vanno serviti come
antipasto e nemmeno come primo.
Ciao Cappellaio
Ma qualcuno non ha scritto che lo studio dei finali sono alla base della
comprensione della strategia scacchistica?
Evidentemente le correnti di pensiero odierno sono diverse
il che non vuol certo dire che sono migliori

ciao

Corrado
Cappellaio
2006-11-01 11:06:38 UTC
Permalink
Post by Marino Ruggeri
Ma qualcuno non ha scritto che lo studio dei finali sono alla base della
comprensione della strategia scacchistica?
Certo. E sono anche d'accordo. Ma sei ti vai a rileggere i miei post
vedrai che io non sono contrario allo studio dei finali. Ti dirò di
più. Quando mi vado a rivedere qualche vecchia partita , mi soffermo
maggiormente sul finale. E' la parte del gioco che mi dà maggiore
piacere intellettuale. Ma il tread è iniziato con un principiante
assoluto che chiedeva consiglio su quale libro applicarsi da
autodidatta. Secondo me dire a uno scacchista PRINCIPIANTE ed
AUTODIDATTA :" Studia i finali , figliolo, e da lì che si diventa
campioni. Lo diceva Capablanca e lo dice Dvoretsky e lo dico anch'io
così mi metto un ottima compagnia. Anzi adesso che l'ho detto mi sento
già più bravo. Maledizione! Se me l'avessero consigliato tanti anni fa
adesso sarei Grande Maestro." è , a mio avviso sbagliato perchè un
principiante deve cominciare dal medio gioco e dalla tattica . A
maggior ragione se è AUTODIDATTA. Per evitare che cambi hobby deve
trovare gli scacchi piacevoli e interessanti , niente di meglio che
piani di mediogioco e soprattutto combinazioni. Quando crescerà
avvertirà l'esigenza di imparare i finali .
Ciao Cappellaio
Yuri Garrett
2006-11-01 11:58:34 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
Certo. E sono anche d'accordo.
CUT
Post by Cappellaio
piani di mediogioco e soprattutto combinazioni. Quando crescerà
avvertirà l'esigenza di imparare i finali .
Scusa, ma con tutto il rispetto per le tue opinioni, proprio non ti
seguo.

Prima dici che sei d'accordo, poi ti smentisci da solo.
Qui nessuno vuole mettersi in mostra e affiancarsi ai grandi. Vogliamo
solo dare il consiglio giusto, che è quello con cui tu sei d'accordo.

Negli scacchi non si può e non si deve essere autodidatti. Quando si
comincia a voler studiare ci vuole una guida. Un libro, pur
indispensabile, non basta: ci vuole il confronto con chi ne sa di più.

Ora, a mio avviso quella guida non può dire - come IMHO stai facendo tu
- "guarda, la strada maestra è questa, però siccome secondo me è noioso
ci sarebbe questa bella scorciatoia". Non funziona! :-)

Se mi parli di un approccio integrato, posso essere d'accordo, ma
cominciare da mediogioco e combinazioni quando ancora non si conoscono
le
proprietà intrinseche dei pezzi (che vengono spiegate SOLO dai finali).

e non è vero che i finali sono noiosi. TU li pensi noiosi. Invece, sono
la parte che si capisce meglio, che dà maggiore soddisfazione. Quando
dai il tuo primo matto con la donna sei felice; quando lo dai con i due
alfieri non ti dico. E quando porti a promozione il tuo primo pedone?

Questi gradi di successiva soddisfazione inducono ad approfondire le
letture e a cercare esperienze di gioco. Tutto il resto si farà.

Lo dicono tutti, ed è sacrosantamente giusto - ma...

Ma un corno! (scusa, immagina che lo dica sorridendo) E' ora di
smetterla con le scorciatoie. :-)

Ciao,
YG

====================================

PS: Un mio caro amico IM in questi giorni sta affrontando un intenso
periodo di allenamento con un forte GM. E' un mese che non fanno altro
che studiare finali perché - parole del GM - "gli scacchi cominciano dal
finale e tu non sai da dove cominciano i finali"...
Vogliamo continuare così per sempre o qualcuno vuole cominciare a
seguire il consiglio di chi ne sa di più?
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
mario.scafroglia
2006-11-01 12:05:13 UTC
Permalink
On Wed, 1 Nov 2006 11:58:34 +0000 (UTC), "Yuri Garrett"
Post by Yuri Garrett
PS: Un mio caro amico IM in questi giorni sta affrontando un intenso
periodo di allenamento con un forte GM. E' un mese che non fanno altro
che studiare finali perché - parole del GM - "gli scacchi cominciano dal
finale e tu non sai da dove cominciano i finali"...
Vogliamo continuare così per sempre o qualcuno vuole cominciare a
seguire il consiglio di chi ne sa di più?
MA Tarrash e Bobby Fischer che nelle loro opere rimarcavano il fatto
che , dopotutto, " Prima del Finale gli Dei hanno messo il
Centropartita" , erano meno competenti e degni di fiducia
del forte GM ?

Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Yuri Garrett
2006-11-01 12:26:00 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
MA Tarrash e Bobby Fischer che nelle loro opere rimarcavano il fatto
che , dopotutto, " Prima del Finale gli Dei hanno messo il
Centropartita" , erano meno competenti e degni di fiducia
del forte GM ?
Tutto va messo in contesto, Mauro. Questo noto aforisma di Tarrasch
voleva sottolineare che l'avversario tentato di trovare salveza nel
finale, solo che...

Non intendeva certo porsi come metodo didattico.

Già che ci sono, ti dico che mi ha (incredibilmente) fatto piacere
vederti a Rocca di Papa.

YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
mario.scafroglia
2006-11-01 12:42:05 UTC
Permalink
On Wed, 1 Nov 2006 12:26:00 +0000 (UTC), "Yuri Garrett"
Post by Yuri Garrett
Post by mario.scafroglia
MA Tarrash e Bobby Fischer che nelle loro opere rimarcavano il fatto
che , dopotutto, " Prima del Finale gli Dei hanno messo il
Centropartita" , erano meno competenti e degni di fiducia
del forte GM ?
Tutto va messo in contesto, Mauro. Questo noto aforisma di Tarrasch
voleva sottolineare che l'avversario tentato di trovare salveza nel
finale, solo che...
Non intendeva certo porsi come metodo didattico.
Anche Fischer riprese quel famoso aforisma nelle 60 partite
, e , sebbene Fischer fosse un fortissimo finalista (ma come per
Alechine si deve dire che Fischer era forte in ogni fase della
partita) quella citazione rispecchia una sua intima convinzione che
gli faceva attribuire una importanza principale al Centropartita...

Lungi da me comunque il pensiero che il Finale non sia importante,
solo son convinto che non possa esser servito a dosi troppo massicce
ad un principiante che non può, ovviamente, apprezzarne la
profondità...
Post by Yuri Garrett
Già che ci sono, ti dico che mi ha (incredibilmente) fatto piacere
vederti a Rocca di Papa.
YG
Piacere anche mio, gran Torneo e ottima atmosfera, dalle mie polemiche
sulla mancata medaglietta ai più giovani mi pare che molta acqua sotto
ai ponti sia passata, non posso che esserne compiaciuto...

Ho scoperto a Rocca di Papa anche un eccellente ristorantino di quelli
"di una volta" dove abbiamo cenato con i due Verrascina e
Castelfranche ( per Chi non conosce il mitico Roberto Verrascina , se
gli capiterà mai di incontrarlo in un Torneo, ne fa uno ogni 4 anni,
ma forse andiamo insieme a fare Siena a Novembre, guardatelo , è
assolutamente uguale a Garry Kasparov ...)

Ciao! Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Janis
2006-11-01 15:07:43 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
MA Tarrash e Bobby Fischer che nelle loro opere rimarcavano il fatto
che , dopotutto, " Prima del Finale gli Dei hanno messo il
Centropartita" , erano meno competenti e degni di fiducia
del forte GM ?
Sì, ma parlavano del gioco, della partita, non di come si dovessero
insegnare gli scacchi ai principianti.
Gia' non sono molto a favore delle citazioni, di quelle fatte un po' a
capocchia sono proprio nemica acerrima!

ciao, Janis

p.s. sparpagna faccine vanciniane un po' dove vuoi ;)
mario.scafroglia
2006-11-01 15:26:37 UTC
Permalink
Post by Janis
Post by mario.scafroglia
MA Tarrash e Bobby Fischer che nelle loro opere rimarcavano il fatto
che , dopotutto, " Prima del Finale gli Dei hanno messo il
Centropartita" , erano meno competenti e degni di fiducia
del forte GM ?
Sì, ma parlavano del gioco, della partita, non di come si dovessero
insegnare gli scacchi ai principianti.
Gia' non sono molto a favore delle citazioni, di quelle fatte un po' a
capocchia sono proprio nemica acerrima!
ciao, Janis
p.s. sparpagna faccine vanciniane un po' dove vuoi ;)
In questo caso , però, la citazione non è a capocchia, perché
rispecchia l'intima convinzione di Tarrasch e di Fischer, i quali, se
avessero mai insegnato a dei principianti, non se ne sarebbero, si
presume, discostati...

Un principiante dovrebbe essere stimolato dall'aspetto artistico,
dalla brillantezza e dalla profondità del gioco, aspetto che con più
difficoltà può essere riscontrato nella "apparente" aridità del 90%
dei finali, soprattutto tecnici, mentre è materia che abbonda nel
Centropartita...

Ciao Mauro


"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Cappellaio
2006-11-02 07:25:29 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
Scusa, ma con tutto il rispetto per le tue opinioni, proprio non ti
seguo.
CUT

Mah. Forse leggi i post velocemente e quindi ti soffermi solo su quelle
due-tre parole che ti interessa contraddire. Oppure fai parte di quella
schiera di frequentatori di Ng che continuano a ripetere le stesse cose
all'infinito infischiandosene di quello che dice l'interlocutore fino
ad estenuarlo , conquistando il premio per l'ultimo post.
Post by Yuri Garrett
Negli scacchi non si può e non si deve essere autodidatti.
Vedi , ogni volta che qualcuno chiede su IHS come migliorare
rapidamente il proprio livello di gioco, io rispondo (si può
controllare) : "Trovati un maestro , se logistica e disponibilità
economica te lo consentono".
E sono anche convinto che un buon maestro debba insegnare ai suoi
allievi principianti tutte le fasi della partita. La situazione del
nostro amico che ha iniziato il tread è diversa perchè è AUTODIDATTA e
quasi SOLO, non frequenta quasi altri scacchisti.
Post by Yuri Garrett
e non è vero che i finali sono noiosi. TU li pensi noiosi.
Questo non l'ho detto. Anzi ho affermato che sono i finali delle
partite a darmi più piacere, se rileggi il post.
Post by Yuri Garrett
E' ora di
smetterla con le scorciatoie. :-)
Ma che c***o c'entrano le scorciatoie. Questa è una stronzata allo
stato puro. Secondo te io vorrei insegnare ad un principiante l' uso
di scorciatoie , cioè a fare il furbo, l'antico vizio italico. Caro mio
l'unico furbo in questa faccenda sei tu (lo dico sorridendo) che
siccome sei un imprenditore degli scacchi la cosa che più ti fa girare
le palle (scusa l'eufemismo) e l'AUTODIDATTA. Costui rovina l' economia
scacchistica come un virus che se diffonde eccessivamente, addio
indotto. Però dimentichi che esiste una massa di appassionati a cui non
interessa , non dico diventare un campione, ma neanche maestro e che
può spendere solo il minimo per coltivare il proprio hobby.
Probabilmente , secondo te, sono questi DEVIAZIONISTI che devono essere
al più presto catechizzati, raddrizzati e instradati correttamente.
Senza deroghe :-)
Post by Yuri Garrett
PS: Un mio caro amico IM in questi giorni sta affrontando un intenso
periodo di allenamento con un forte GM. E' un mese che non fanno altro
che studiare finali perché - parole del GM -
Ecco, appunto , stai parlando di un IM e un GM. E' inutile continuare a
discutere.

Ciao Cappellaio
Yuri Garrett
2006-11-02 07:54:15 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
Ecco, appunto , stai parlando di un IM e un GM. E' inutile continuare a
discutere.
Certamente. Hai ragione. Su tutto.

YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Mimas
2006-11-02 08:26:52 UTC
Permalink
Post by Cappellaio
siccome sei un imprenditore degli scacchi la cosa che più ti fa girare
le palle (scusa l'eufemismo) e l'AUTODIDATTA.
Oddio, verrebbe più logico pensare che un autodidatta fa gli interessi
degli editori di scacchi, dal momento che l'unico modo che ha di
imparare qualcosa è leggere libri su libri.

Uno che è istruito da un maestro potrebbe anche farne a meno.
--
/***********************************************
Mimas (Reply-To valido)
***********************************************/
Alfredo
2006-11-02 11:36:51 UTC
Permalink
...........siccome sei un imprenditore degli scacchi la cosa che più ti fa girare
le palle (scusa l'eufemismo) e l'AUTODIDATTA. Costui rovina l' economia
scacchistica come un virus che se diffonde eccessivamente, addio
indotto....
..al limite sarà vero il contrario....

l'autodidatta non avendo nessuno che gli spieghi il gioco degli
scacchi, deve per forza acquistare dei libri a meno che non voglia
giocare totalmente a modo suo..

quindi l'AUTODIDATTA aumenta l'indotto dell'editoria
scacchistica....non il contrario....

ciao,

Alfredo
Yuri Garrett
2006-11-02 12:22:16 UTC
Permalink
Post by Alfredo
...........siccome sei un imprenditore degli scacchi la cosa che più ti fa girare
le palle (scusa l'eufemismo) e l'AUTODIDATTA. Costui rovina l' economia
scacchistica come un virus che se diffonde eccessivamente, addio
indotto....
..al limite sarà vero il contrario....
l'autodidatta non avendo nessuno che gli spieghi il gioco degli
scacchi, deve per forza acquistare dei libri a meno che non voglia
giocare totalmente a modo suo..
quindi l'AUTODIDATTA aumenta l'indotto dell'editoria
scacchistica....non il contrario....
Monsieur de Lapalisse non avrebbe saputo dir di meglio.

A volte, basta guardare con occhi ingenui la realtà anziché voler
forzare a tutti i costi le proprie tesi, magari argomentandole con
parolacce ed eufemismi.

Ciao,
YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Marco
2006-11-02 08:28:37 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
No, no. Ci sono molti bei libri sui finali, altamente godibili e che
danno anche soddisfazione a chi legge - anche se temo che tu abbia
preferito altre strade... ;-)
Guarda... io non credo di potermi definire ancora "principiante"
(una pippa si, lo sono ancora e probabilmente lo saro' per sempre
ma principiante probabilmente non lo sono piu' :-). Pero' mi ricordo
ancora bene i motivi per cui all'inizio non ho dedicato tempo ai finali
preferendo dedicare molto piu' tempo ai libri sulle aperture.

Ho
messo piede in un circolo per la prima volta nell' ottobre 1999 (al
limite
se non era ottobre era settembre) e il giorno aver messo piede in un
circolo ho anche giocato il mio primo torneo che era un semilampo
(organizzato appunto dal suddetto circolo).

Il problema *veramente* grosso e' che il principiante, quando va
a giocare un torneo, i finali non li gioca mai o quasi.
Capita molto (ma tanto) piu' spesso che il principiante
cade in "trappoloni" in apertura che gli vengono tesi specialmente
da dei "volponi" che sono da anni 1N o giu' di li, i quali sono
a conoscenza del fatto che tanto il principiante ci casca con tutti e
due i piedi, mentre magari se devono arrivare al finale di Re e Pedoni
pensano che potrebbero rischiare qualcosa anche contro un principiante.

In questo modo anche uno come me che "a priori" avrebbe preferito,
anche da principiante,
dedicare piu' tempo ai finali perde la voglia perche' tanto quello che
riesci a capire dai finali non riesci mai a metterlo in pratica quando
vai a giocare in torneo e si preferisce tentare di capire come non
cadere nei trappoloni in apertura
(se poi, come capitava e capita tutt'ora a me,
uno ha difficolta' a trovare tempo per giocare tornei a tempo
lungo mentre qualche semilampo lo puo' fare piu' spesso,
l'argomentazione viene esaltata all'n-esima potenza).

Una volta superata questa fase, nelle partite di torneo si riesce
qualche volta ad arrivare ad iniziare il mediogioco in
condizioni forse di parita' (nel senso senza aver gia' perso
un pezzo o 27 pedoni in aperttura) con avversari anche di livello
leggermente superiore al proprio, pero' si comincia a venire
massacrati sui vari tatticismi in mediogioco.

A questo punto devo ammettere che un buon miglioramento lo si puo'
ottenere anche (e forse *soprattutto*) studiando i finali:

una volta mi e' capitato di avere il tempo per studiare un po'
piu' attentamente di quanto non faccia di solitoo il finale Re+Donna
contro Re+Torre sul libro di Keres
("finali di pezzi pesanti" o qualcosa del genere) e devo ammettere che,
pur non avendo capito moltissimo (Re+Donna contro Re+Torre+1P e'
una delle cose piu' allucinanti che ho visto per il momento),
qualche risposta alla domanda: "perche' il mio avversario riesce
*sempre* ad intrappolarmi la donna, anche quando apparentemente la
mia posizione iniziale era superiore alla sua e spesso anche quando
io sono decisamente in vantaggio di materiale ?" la si trova.

Il passo successivo sarebbe quello di capire come rispondere alla
domanda: "perche', nonostante che talvolta
si arriva in posizioni superiori contro avversari anche piu'
forti, si lasciano (o almeno *io* lascio) una valanga di pezzi in presa,
spesso anche in posizioni vinte ?" Pero' a questa domanda non ho
ancora trovato risposta.


Ciao,
Marco.
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Marco
2006-11-02 08:29:45 UTC
Permalink
Post by Marco
e il giorno aver messo piede in un
Ehm..
e il dopo giorno aver messo piede in un
ciao,
Marco.
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Marco
2006-11-02 08:31:05 UTC
Permalink
Post by Marco
e il giorno aver messo piede in un
Ehm..
e il giorno dopo aver messo piede in un


ciao,
Marco
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Anj
2006-11-02 10:48:42 UTC
Permalink
Marco wrote:

Da quello che ho dedotto leggendo il tuo post mi sento di consigliarti
80% tattica e 20% partite commentate.
Il finale io lo lascerei per dopo...

Anj
Alfredo
2006-11-02 11:55:59 UTC
Permalink
..........In questo modo anche uno come me che "a priori" avrebbe preferito,
anche da principiante,
dedicare piu' tempo ai finali perde la voglia perche' tanto quello che
riesci a capire dai finali non riesci mai a metterlo in pratica quando
vai a giocare in torneo e si preferisce tentare di capire come non
cadere nei trappoloni in apertura.........
ok..ma secondo me bisogna comunque dire che i finali non vanno tanto
studiati perchè poi un principiante spera di arrivare a quella precisa
posizione per poi poterla giocare al meglio, o almeno non solo per
quello.

i finali sono importanti perchè studiandoli si riesce a comprendere la
tattica e la strategia meglio che nelle posizione troppo complesse che
puoi trovare in apertura e in mediogioco. Spesso ho sentito dire da
forti IM che il principiante dovrebbe prima studiare i finali poi il
mediogioco e infine l'apertura proprio perchè più pezzi ci sono in
gioco più è difficile comprendere le posizioni. Detto così può
sembrare troppo riduttivo...

io ho comprato il libro di Van Perlo's - Endgames Tactics e ti posso
dire che è facilmente leggibile anche da un principante e soprattutto
non è per niente pesante...

comunque, secondo me, un principiante non deve studiare solo una parte
del gioco (O tattica O strategia O finali), ma tutti e tre
insieme....magari tralasciando solo l'apertura...

sono molto contrario ai metodi a comparti "stagni": studiare SOLO
finali, SOLO tattica, ecc...tipo il metodo De La Maza....che magari ti
possono anche far miglirare il tuo elo, ma poi ti fanno anche passare
la passione per il gioco degli scacchi.


ciao,

Alfredo
Yuri Garrett
2006-11-02 12:20:26 UTC
Permalink
Post by Alfredo
ok..ma secondo me bisogna comunque dire che i finali non vanno tanto
studiati perchè poi un principiante spera di arrivare a quella precisa
posizione per poi poterla giocare al meglio, o almeno non solo per
quello.
Parole sante! :-)
Post by Alfredo
i finali sono importanti perchè studiandoli si riesce a comprendere la
tattica e la strategia meglio che nelle posizione troppo complesse che
puoi trovare in apertura e in mediogioco. Spesso ho sentito dire da
forti IM che il principiante dovrebbe prima studiare i finali poi il
mediogioco e infine l'apertura proprio perchè più pezzi ci sono in
gioco più è difficile comprendere le posizioni. Detto così può
sembrare troppo riduttivo...
E' proprio questo il punto. Nei finali si capiscono il movimento dei
pezzi e la loro capacità di interazione.
Post by Alfredo
io ho comprato il libro di Van Perlo's - Endgames Tactics e ti posso
dire che è facilmente leggibile anche da un principante e soprattutto
non è per niente pesante...
Già, ma forse tu non hai preconcetti.
Post by Alfredo
comunque, secondo me, un principiante non deve studiare solo una parte
del gioco (O tattica O strategia O finali), ma tutti e tre
insieme....magari tralasciando solo l'apertura..
E infatti si partiva dall'assunto che il Nostro avesse già letto (anche
se probabilmente non assimilato) il Zichichi. Ergo, aveva
un'infarinatura generale. "Come continuare?" era la domanda, a cui ho
risposto: studiando i finali e chiedendo a qualcuno che ne sa più di te
(presumibilmente a un circolo, dove potrai anche giocare, altro passo
necessario).

Io sarò vecchio, ripetitivo e in malafede, ma se in tutto il mondo
progredito scacchisticamente si dice di partire dai finali, si applica
il metodo in pratica e si raccolgono risultati, non vedo perché solo da
noi (quarto mondo scacchistico) debbano valere le scorciatoie proposte
da
fonti non altrettanto autorevoli e che ci hanno portati dove - purtroppo
- siamo adesso.

Ma se, molto più prosaicamente, cominciassimo a seguire il consiglio di
chi ne sa di più e ha dimostrato di più?

Ciao,
YG
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Michele Panizzi
2006-11-05 16:36:35 UTC
Permalink
"Yuri Garrett" <***@scacchi.it> wrote in message news:***@mygate.mailgate.org



il principiante dovrebbe prima studiare i finali poi il
Post by Yuri Garrett
Post by Alfredo
mediogioco e infine l'apertura proprio perchè più pezzi ci sono in
gioco più è difficile comprendere le posizioni. Detto così può
sembrare troppo riduttivo...
E' proprio questo il punto. Nei finali si capiscono il movimento dei
pezzi e la loro capacità di interazione.
Senti Yuri ,
ammettiamo di essere d accordo in generale e di aver prciò
assimilato il concetto .

Ti faccio presente questo :

1 compresa la capacità di interazione che si studia
in una posizione semplificata , i finali appunto,
la comprensione dei detti principi cosa ha a che
vedere con la posizione di partenza quella
vera e realmente importante , l apertura?
Voglio dire che quei principi
vanno poi applicati alla posizione dell apertura
dove l interazione è tra 32 pezzi , non
Re, Donna , Torre e due o tre pedoni.

E' li la parte piu importante ,
voglio dire che limitare l analisi
a una posizione semplificata
è pò simile a chi fa forza agli argomenti
e li semplifica a suo piacimento ,
come se per dimostrare quello a cui voglio
tendere eliminassi partidel discorso
che non sono funzionali alla dimostrazione
della mia tesi .



2 Il finale è importante , d accordo ,
ma bisogna arrivarci !
Ammessa l importanza del finale , il princiante
non ci arriva , nel 2002 ad Arvier giocai
una simultanea con Elena Sedina per provare
il livello e persi in 10-15 mosse ,
ho perso PRIMA di arrivare al finale.


ciao , Michele.
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Yuri Garrett
2006-11-05 17:58:40 UTC
Permalink
Post by Michele Panizzi
1 compresa la capacità di interazione che si studia
in una posizione semplificata , i finali appunto,
la comprensione dei detti principi cosa ha a che
vedere con la posizione di partenza quella
vera e realmente importante , l apertura?
Per fare interagire i pezzi in posizione complicata è necessario prima
saperli fare interagire in posizione semplice, o no?

CUT
Post by Michele Panizzi
E' li la parte piu importante ,
voglio dire che limitare l analisi
a una posizione semplificata
è pò simile a chi fa forza agli argomenti
e li semplifica a suo piacimento ,
come se per dimostrare quello a cui voglio
tendere eliminassi partidel discorso
che non sono funzionali alla dimostrazione
della mia tesi .
Io non voglio limitare un bel niente! :-)
Dico (anzi, ripeto, perché lo hanno detto prima di me troppe voci fin
troppo più autorevoli di me) solo che bisogna PARTIRE dai finali
Post by Michele Panizzi
2 Il finale è importante , d accordo ,
ma bisogna arrivarci !
Uff..
ma possibile che non si riesca a capire la differenza tra DIDATTICA e
AGONISMO?
Sono due ambiti molto lontani.

Ok, ammettiamo il caso inverso. Tu, giocando contro la Sedina, entri in
una variante che conosci a menadito fino alla 73a mossa e ne esci con
una posizione superiore e un pedone in più (senza aver ancora giocato di
testa tua). Ora devi capitalizzare il vantaggio. Scommetti che Sedina
vince il finale anche con un epdone in meno?

No, non mi convincerete mai. Per IMPARARE a giocare bene a scacchi (non
per VINCERE qualche partita in più agli inizi) bisogna cominciare dai
finali, dove si imparano tattica e strategia in posizioni assimilabili;
dopodiché si può passare ad applicare i concentti che si sono appresi
alle altre fasi della partita, naturalmente studiando i relativi
principi specifici.

Ciao,
YG



PS: lasciami fare una domanda velenosa: che categoria hanno tutti coloro
che perorano la necessità di studiare le aperture prima dei finali? Cosa
hanno vinto negli scacchi? Da cosa discende la loro autorevolezza in
materia?
--
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Roberto Montaruli
2006-11-05 20:49:27 UTC
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Post by Yuri Garrett
No, non mi convincerete mai. Per IMPARARE a giocare bene a scacchi (non
per VINCERE qualche partita in più agli inizi) bisogna cominciare dai
finali, dove si imparano tattica e strategia in posizioni assimilabili;
dopodiché si può passare ad applicare i concentti che si sono appresi
alle altre fasi della partita, naturalmente studiando i relativi
principi specifici.
Quoto!
Michele Panizzi
2006-11-06 13:38:54 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
PS: lasciami fare una domanda velenosa: che categoria hanno tutti coloro
che perorano la necessità di studiare le aperture prima dei finali?
Questa non è IMHO uan domanda velenosa , anzi:
si basa sul principio , da condividere ,
che la verità deve essere anteposta alle proprie convinzioni.

ci mediterò , mi sembra un buon argomento ,

ciao , Michele .
--
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Marco
2006-11-04 22:48:21 UTC
Permalink
Post by Alfredo
io ho comprato il libro di Van Perlo's - Endgames Tactics e ti posso
dire che è facilmente leggibile anche da un principante e soprattutto
non è per niente pesante...
Per me non e' questione di "Pesantezza". A me quando
non avevo ancora mai messo piede in un circolo (e quindi ero
ancora meno che principiante) piaceva una casino il Grigoriev che
effettivamente e' pesantissimo. Un altro libro a cui per ora ho dato
solo qualche occhiata e' "Teoria dei finali di Torre"
(Levenfish-Smyslov mi sembra).
Magari quando leggevo Grigoriev non ci capivo niente ma mi piaceva
provare a capirci qualcosa.

Il problema in realta e' di tempo. A 17 anni quando leggevo (o provavo
a leggere) il suddetto libro di tempo ne avevo. Poi universta' prima
e lavoro poi...
Post by Alfredo
comunque, secondo me, un principiante non deve studiare solo una parte
del gioco (O tattica O strategia O finali), ma tutti e tre
insieme....magari tralasciando solo l'apertura...
Ok.. pero'...
io per la verita' da giocatore molto scarso per fare quanto tu dici
ho iniziato ad adottare la seguente "tattica": cerco di leggere
sistematicamente delle partite commentate dall'inizio alla fine per
cercare di capire il piu' possibile di tutte le fasi della partita.
Bene... ho iniziato dal libro di Fischer "60 partite da ricordare".
Ho letto la prima partita nell'estate del 2002. Alla fine
del mese scorso ho finito di leggere la 39esima. In realta'
mi ricordo di aver vinto in un torneo valido per l'ELO almeno una
partita con sacrificio di qualita' in h5 in cui io ero il B e il N
ha giocato il Dragone. E il sacrificio di qualita' l'ho giocato
perche' mi ricordavo di aver letto una partita di Fischer in cui diceva
che era buono. Magari, oltre al suddetto libro che cerco di
leggere in maniera piu' o meno sistematica, quando gioco qualche torneo
se mi capita ad esempio di giocare un
finale di Torre cerco di studiarmi quel particolare finale cercando ad
esempio sul libro Levenfish-Smyslov qualche posizione simile... Pero'
diciamo che sistematicamente leggo solo il libro di Fischer per il
momento. Penso di possedere un numero di libri "scacchistici" compreso
tra i 40 e i 50. Ho 39 anni. Non credo che riusciro'
a leggerli tutti nemmeno se campo 100 anni.
Non so quanto tempo riuscite a dedicare voi ma io piu' di
questo non riesco...
Ciao,
Marco.
--
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corrado Astengo
2006-10-30 19:10:58 UTC
Permalink
On Mon, 30 Oct 2006 09:55:01 +0000 (UTC), "Yuri Garrett"
Post by Yuri Garrett
Mai pensato, neppure per un attimo, al Grigorev. Giuro! :-)
Anche perchè non è edito da Caissa :-)

ciao

Corrado
Yuri Garrett
2006-10-30 19:18:26 UTC
Permalink
Post by corrado Astengo
Anche perchè non è edito da Caissa :-)
Immagino volessi dire "Caissa Italia"... :-)

Cmq, pensavo ad altri capolavori, come Shereshevskij, Keres, Smyslov...
Non adatti a un principiante forse, ma certo più godibili del buon
vecchio Griga...

Ciao,
YG
--
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Marino Ruggeri
2006-10-31 21:28:34 UTC
Permalink
Post by Yuri Garrett
Post by Cappellaio
Post by Yuri Garrett
Ma ricorda, parti dai finali!
Io eviterei di consigliare ad un principiante di iniziare dai finali
anche se viene raccomandato da autorevoli scacchisti. Si finisce per
farlo annoiare. Me lo immagino con il libro di Grigoriev davanti a
sbadigliare. Non sarebbe giusto , soprattutto per Grigoriev.
Mai pensato, neppure per un attimo, al Grigorev. Giuro! :-)
CUT

Il libro sui finali di Grigorev curato da Porreca è divino.
Roger
2006-10-29 11:31:37 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Ma allora che Ti abbiamo risposto a fare?Dipende da Te, da quello che
chiedi agli Scacchi: se vuoi velocemente acquisire qualche categoria
nazionale ma poi fermarti lì e non trarre nessun divertimento dal
gioco dedicati pure allo studio mnemonico delle aperture
Se vuoi progredire lentamente ma sicuramente, nella conoscenza
profonda del gioco, compra qualche testo tipo
- Capablanca I Fondamenti degli Scacchi
-Koblenz Teoria e pratica
-Romanowskij Il Centro di partita
Euwe Trattato di Scacchi
Fischer Le mie 60 partite da ricordare
Bronstein Zurigo 53
(questi ultimi sono forse piuttosto complessi per una persona che
inizia, ma possono aprirti della grandi finestre sulla vera
comprensione del gioco: ad una prima lettura capirai poco o nulla, ma
, se avtai la costanza di ritornarci periodicamente, Ti si apriranno
sempre nuovi orizzonti...)
Ciao Mauro
Grazie, la mia indecisione era appunto di non saper verso che "tipo" di
testi orientarmi.
Alessandro J.
2006-11-05 01:52:12 UTC
Permalink
Post by Roger
Grazie, la mia indecisione era appunto di non saper verso che "tipo" di
testi orientarmi.
Mi preme specificare una cosa che nessuno mi sembra ti abbia accennato
, ed è il fatto che il finale lo dovresti studiare prima del
mediogioco in quanto oltre al fatto che i finali sono piu' semplici da
comprendere in quanto circoscritti a casi definiti, conoscere almeno i
finali fondamentali , e quindi * sapere * intimamente che un vantaggio
di un pedone a parità di condizioni è un forte vantaggio ( e magari
sapere riconoscere anche in quali situazioni puo' essere decisivo e in
quali no ), ed un vantaggio di due pedoni è decisivo, ti fornisce i
paletti con cui misurare tutte le tue analisi in mediogioco, e mi fermo
qui' senza specificare oltre.
Se leggi l'inglese ad un livello appena sufficiente, un libro che mi è
piaciuto tantissimo è stato " pandolfini's endgame course ", che lessi
qualche mese dopo aver iniziato a giocare e che credo sia stato il
volume che mi ha portato ad un livello nazionale.Molto schematico e
semplice da digerire, ti fornisce la conoscenza di tutti i finali
veramente fondamentali, senza appesantire con tanti fronzoli.
Detto questo, mi aggiungo al coro di persone che ti suggerisce di
pensare a giocare piuttosto che a studiare sui libri: anche con l'elo e
le categorie inflazionate di oggi, quindi, per quanto possa
effettivamente valere, Io mi sto' lentamente avvicinando alla agognata
meta del titolo di candidato senza avere praticamente mai consultato un
libro sulle aperture in maniera piu' che superficiale.
Massimiliano Orsi
2006-11-05 11:49:18 UTC
Permalink
Post by Alessandro J.
Mi preme specificare una cosa che nessuno mi sembra ti abbia accennato
, ed è il fatto che il finale lo dovresti studiare prima del
mediogioco
Shhh... ora ti confido un segreto, ma non lo dire a nessuno mi
raccomando, altrimenti le vendite di libri d'aperture crollano: oltre
a valere il logico principio che in ogni campo si parte con
l'affrontare prima i problemi piu' semplici (ovvero con meno pezzi) e
poi quelli piu' complessi, il vero motivo per cui vanno studiati i
finali e' che essi sono la fase piu' tattica del gioco. Puoi giocare
un mediogioco in modo strategico, evitando di calcolare anche mezza
variante; ma non puoi farlo con il finale, non puoi stabilire
"posizionalmente" quale dei due pedoni arrivera' prima a donnna.

Massimiliano Orsi
Mau Cam
2006-10-30 15:15:17 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
- Capablanca I Fondamenti degli Scacchi
Euwe Trattato di Scacchi
Io ho forse superato la fase di principiante, per passare a quella di
spingilegno
novello. E il merito di questo "balzo" appartiene anche a Euwe per il
suo trattato.
Quindi mi associo a Scafroglia per l'acquisto di questo libro.
Quello di Capablanca ce l'ho e a suo tempo il fatto di iniziare subito
con i "noiosi" finali mi bloccò (in parte anche perché non ho proprio
proprio... il libro originale :) )
e mi pento di non averlo letto.

saluti,
M.
--
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Roberto Montaruli
2006-10-29 11:33:05 UTC
Permalink
Post by Roger
Vorrei qualche titolo per andare a colpo sicuro, sicuro dell'utilita'
ed appropriato ad un principiante.
Con una antologia di partite commentate non sbagli di sicuro.

Poi non mi pare che sia uscito il Nimzowitsch, il Mio Sistema, che e'
una pietra miliare degli scacchi.
Prima o poi va letto.

Inoltre rinnovo la mia raccomandazione, di lasciar perdere qualunque
cosa di specifico sulle aperture e dare la preferenza ai finali.
corrado Astengo
2006-10-29 20:57:07 UTC
Permalink
On Sun, 29 Oct 2006 12:33:05 +0100, Roberto Montaruli
Post by Roberto Montaruli
Poi non mi pare che sia uscito il Nimzowitsch, il Mio Sistema, che e'
una pietra miliare degli scacchi.
Prima o poi va letto.
Ben detto!
Tu l'hai mai fatto?

ciao

Corrado
Roberto Montaruli
2006-10-30 15:14:34 UTC
Permalink
Post by corrado Astengo
On Sun, 29 Oct 2006 12:33:05 +0100, Roberto Montaruli
Post by Roberto Montaruli
Poi non mi pare che sia uscito il Nimzowitsch, il Mio Sistema, che e'
una pietra miliare degli scacchi.
Prima o poi va letto.
Ben detto!
Tu l'hai mai fatto?
Per leggerlo l'ho letto.
Capirlo non sono per niente sicuro.
Metterlo in pratica poi, direi quasi mai. ;-)
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
ms
2006-10-30 17:25:25 UTC
Permalink
Post by Roberto Montaruli
Poi non mi pare che sia uscito il Nimzowitsch, il Mio Sistema, che e'
una pietra miliare degli scacchi.
Prima o poi va letto.
Non sono così sicuro, l'ho preso in mano in ritardo e l'ho trovato
parecchio datato.
Ha il valore storico di un classico, senza dubbio, però o l'impressione
che alla fine siano resistiti meglio i principi di Tarrash che alcune
fissazioni di Nimzowitsch.....

Ciao!
Marco "W il Praeceptor Germaniae" Sbarra
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
corrado Astengo
2006-10-30 19:13:15 UTC
Permalink
Post by ms
Non sono così sicuro, l'ho preso in mano in ritardo e l'ho trovato
parecchio datato.
Ha il valore storico di un classico, senza dubbio, però o l'impressione
che alla fine siano resistiti meglio i principi di Tarrash che alcune
fissazioni di Nimzowitsch.....
In effetti se guardiamo le partite dei due il fissato dogmatico non è
certo Tarrasch

ciao

Corrado
Mimas
2006-10-29 19:10:36 UTC
Permalink
Post by Roger
sono un principiante e sto apprendendo il gioco come autodidatta.
Fino ad ora ho letto il libro "Lezioni di scacchi" di A.Zichichi.
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
Leggendo le risposte degli altri mi rendo conto che non puoi avere
ancora le idee chiare per cui ho deciso di aumentare la tua confusione
dicendoti anche la mia opinione. L'unica differenza è che i miei
consigli sono quelli giusti. :-D

Allora, la stragrande maggioranza degli esperti e dei didatti degli
scacchi afferma che lo studio che "paga" di più a parità di tempo
impiegato (e soprattutto per un principiante) è quello della tattica. Vi
sono centinaia di testimonianze rilasciate qua e là nei vari forum da
parte di giocatori che hanno constatato un forte aumento del proprio
livello dopo avere studiato seriamente la tattica. L'deale sarebbe
prendere l'abitudine di risolvere un buon numero di posizioni ogni santo
giorno per tutta la durata della propria carriera scacchistica. Due
libri che ti consiglio incondizionatamente sono: "Esercizi di tattica"
di John Nunn, editrice Caissa; e "Manuale del gioco combinativo" di
Nejstadt, editrice Prisma. Comincia dal primo che è più basilare.

Quello della tattica è un campo in cui il computer può aiutare molto. Vi
sono alcuni software fatti apposta per aumentare la propria abilità
combinativa. Tra i migliori: Personal Chess Trainer
http://www.personalchesstrainer.com/
e CT-ART oppure "Chess Tactics for Beginners" oppure "Chess tactics for
Intermediate Plyers"; questi ultimi anche in traduzione italiana in
vendita alle due torri, li vedi sul loro sito o su
http://store.convekta.com/shop_model.asp?gid=123&sView=Catalog

Subito dopo è fondamentale lo studio dei finali. Tre ottimi libri:
"Capire i finali di pedoni", "Capire i finali di torre" e "Capire i
finali di pezzi leggeri" di tre autori diversi, editrice Caissa
(naturalmente anche questi in vendita alle due torri). Con questi sei a
posto sui finali per molti anni a venire. Se vuoi il massimo dei massimi
c'è il recentissimo trattato sui finali di Dvoretski pubblicato da
Prisma; per il momento però lascialo perdere perché è un libro
difficile.

Non può mancare un libro di partite commentate; uno recente salutato al
suo apparire come un capolavoro è: "Capire gli scacchi mossa dopo mossa"
di John Nunn, editrice Caissa. Non è proprio un libro per principianti
assoluti, ma tu puoi "aggiustarlo" per le tue esigenze, cioè puoi
tralasciare in prima lettura le analisi più approfondite.

Ci sarebbe anche l'argomento strategia ma non voglio mettere troppa
carne al fuoco, ci penserai in seguito, per ora ti cito i libri di
Silman pubblicati da Prisma e quelli di Euwe pubblicati da Ediscere.

Infine il capitolo spinoso delle aperture. Un principiante le deve
affrontare nel modo giusto, senza riempirsi la testa di una miriade di
varianti ma cercando di capire la natura dell'apertura e del mediogioco
che ne consegue. Il libro di Kallai che ti hanno già citato a me piace
molto e te lo consiglio. E' una panoramica completa di tutte le aperture
e ti servirà per scegliere quelle in cui ti senti più a tuo agio. Ma
voglio spendere due parole su un'opera che se fosse di autori americani
pubblicata in america sarebbe stata salutata come l'evento scacchistico
dell'anno. Si tratta di "Capire le aperture, tutto su 1.e4" (1° volume,
320 pagine) e "Capire le aperture, tutto su 1.d4" (2° volume, 560
pagine!) di Djuric, Komarov e Pantaleoni, pubblicati da Messaggerie
Scacchistiche; entro la fine dell'anno uscirà un terzo volume dedicato
alle aperture diverse da 1.e4 e 1.d4.

Un paio di mesi fa ero andato alle due torri di Bologna per comprare un
libro sui finali ma quando ho cominciato a sfogliare questi ho deciso
immediatamente di acquistarli.

Sono i libri di aperture che ogni scacchista ha sempre desiderato. Ci
sono tutte le aperture, di ogni mossa cruciale di ogni variante si
spiegano ampiamente le motivazioni strategiche e tattiche (per entrambi
i colori), si spiegano i piani strategici del mediogioco e non mancano
note storiche sull'origine delle varianti principali. Alla fine di ogni
variante ci sono alcune partite non commentate adatte ad illustrare le
caratteristiche precipue di quelle linee di gioco. Un aspetto che ho
apprezzato molto è l'atteggiamento disincantato degli autori che spesso
fanno notare come opinioni ritenute indiscutibili negli anni passati
siano state confutate in seguito, mentre varianti ritenute
impresentabili anni fa, alla prova dei fatti si siano dimostrate
giocabilissime e entrate nel repertorio dei giocatori più affermati.
Questo un po' perché l'uso dei computer ha scoperto risorse tattiche
insospettate, un po' perché il gioco moderno si è fatto più deciso e
intraprendente di una volta. Si tratta insomma di un'opera
aggiornatissima sulle ultime tendenze della teoria delle aperture.
Caldamente raccomandata a tutti.
--
/***********************************************
Mimas (Reply-To valido)
***********************************************/
mario.scafroglia
2006-10-29 20:25:40 UTC
Permalink
Post by Mimas
Post by Roger
sono un principiante e sto apprendendo il gioco come autodidatta.
Fino ad ora ho letto il libro "Lezioni di scacchi" di A.Zichichi.
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture adatto ad un
principiante?
Leggendo le risposte degli altri mi rendo conto che non puoi avere
ancora le idee chiare per cui ho deciso di aumentare la tua confusione
dicendoti anche la mia opinione. L'unica differenza è che i miei
consigli sono quelli giusti. :-D
... se lo dici Tu ...
Post by Mimas
Allora, la stragrande maggioranza degli esperti e dei didatti degli
scacchi afferma che lo studio che "paga" di più a parità di tempo
impiegato (e soprattutto per un principiante) è quello della tattica. Vi
sono centinaia di testimonianze rilasciate qua e là nei vari forum da
parte di giocatori che hanno constatato un forte aumento del proprio
livello dopo avere studiato seriamente la tattica. L'deale sarebbe
prendere l'abitudine di risolvere un buon numero di posizioni ogni santo
giorno per tutta la durata della propria carriera scacchistica. Due
libri che ti consiglio incondizionatamente sono: "Esercizi di tattica"
di John Nunn, editrice Caissa; e "Manuale del gioco combinativo" di
Nejstadt, editrice Prisma. Comincia dal primo che è più basilare.
Splendida idea: tralasciare la strategia e buttarsi sulla tattica: ma
qulcuno che capiva un po' di Scacchi non scriveva che " una
combinazione tattica non viene dal nulla ma è il risultato di una
corretta impostazione strategica e l'atto finale che concretizza sulla
scacchiera una posizione vantaggiosa" ?

Perché la strategia dobbiamo dimenticarcela, se è così importante?
Se una partita è impostata correttamente dal punto di vista strategico
sarà anche più semplice trovare la giusta soluzione tattica...
Post by Mimas
"Capire i finali di pedoni", "Capire i finali di torre" e "Capire i
finali di pezzi leggeri" di tre autori diversi, editrice Caissa
(naturalmente anche questi in vendita alle due torri). Con questi sei a
posto sui finali per molti anni a venire. Se vuoi il massimo dei massimi
c'è il recentissimo trattato sui finali di Dvoretski pubblicato da
Prisma; per il momento però lascialo perdere perché è un libro
difficile.
Ma invece di uno studio a "compartimenti stagni" non sarà più utile
una visione d'insieme complessiva che prenda in esame le tre fasi
della partita, dando semmai un occhio di riguardo al mediogioco ?

Allora molto meglio
-Teoria e pratica di Koblentz
- Centro di partita di Romanowskij
-Trattato di Scacchi di Euwe

che appunto, trattano l'argomento in maniera "totale" , apertura,
mediogioco (soprattutto) e finale (con molti esercizi di tattica
anche) ...
Post by Mimas
Non può mancare un libro di partite commentate; uno recente salutato al
suo apparire come un capolavoro è: "Capire gli scacchi mossa dopo mossa"
di John Nunn, editrice Caissa. Non è proprio un libro per principianti
assoluti, ma tu puoi "aggiustarlo" per le tue esigenze, cioè puoi
tralasciare in prima lettura le analisi più approfondite.
Meglio allora Bobby Fischer le mie 60 partite, perché nessuno meglio
del più Grande CAmpione mai esistito può avere il dono della sintesi
per farsi capire , o le partite di Capablanca in "I Fondamenti degli
Scacchi" spiegate mossa per mossa dallo stesso Capablanca, giocatori
questi parecchie categorie SOPRA al sopravvalutatissimo (per questioni
soprattutto editoriali) Nunn...
Post by Mimas
Ci sarebbe anche l'argomento strategia ma non voglio mettere troppa
carne al fuoco, ci penserai in seguito, per ora ti cito i libri di
Silman pubblicati da Prisma e quelli di Euwe pubblicati da Ediscere.
Infine il capitolo spinoso delle aperture. Un principiante le deve
affrontare nel modo giusto, senza riempirsi la testa di una miriade di
varianti ma cercando di capire la natura dell'apertura e del mediogioco
che ne consegue. Il libro di Kallai che ti hanno già citato a me piace
molto e te lo consiglio. E' una panoramica completa di tutte le aperture
e ti servirà per scegliere quelle in cui ti senti più a tuo agio. Ma
voglio spendere due parole su un'opera che se fosse di autori americani
pubblicata in america sarebbe stata salutata come l'evento scacchistico
dell'anno. Si tratta di "Capire le aperture, tutto su 1.e4" (1° volume,
320 pagine) e "Capire le aperture, tutto su 1.d4" (2° volume, 560
pagine!) di Djuric, Komarov e Pantaleoni, pubblicati da Messaggerie
Scacchistiche; entro la fine dell'anno uscirà un terzo volume dedicato
alle aperture diverse da 1.e4 e 1.d4.
Un paio di mesi fa ero andato alle due torri di Bologna per comprare un
libro sui finali ma quando ho cominciato a sfogliare questi ho deciso
immediatamente di acquistarli.
Benissimo il Kallai, più che sufficiente per un principiante, per
avere una minima conoscenza delle aperture , non è necessario altro in
questa fase dell'apprendimento, a mio parere
Post by Mimas
Sono i libri di aperture che ogni scacchista ha sempre desiderato. Ci
sono tutte le aperture, di ogni mossa cruciale di ogni variante si
spiegano ampiamente le motivazioni strategiche e tattiche (per entrambi
i colori), si spiegano i piani strategici del mediogioco e non mancano
note storiche sull'origine delle varianti principali. Alla fine di ogni
variante ci sono alcune partite non commentate adatte ad illustrare le
caratteristiche precipue di quelle linee di gioco. Un aspetto che ho
apprezzato molto è l'atteggiamento disincantato degli autori che spesso
fanno notare come opinioni ritenute indiscutibili negli anni passati
siano state confutate in seguito, mentre varianti ritenute
impresentabili anni fa, alla prova dei fatti si siano dimostrate
giocabilissime e entrate nel repertorio dei giocatori più affermati.
Questo un po' perché l'uso dei computer ha scoperto risorse tattiche
insospettate, un po' perché il gioco moderno si è fatto più deciso e
intraprendente di una volta. Si tratta insomma di un'opera
aggiornatissima sulle ultime tendenze della teoria delle aperture.
Caldamente raccomandata a tutti.
Non certo per principianti , e , sinceramente, se proprio , io
principiante, volessi esagerare con le aperture, prenderei non certo
il Pantaleoni (con tutto il rispetto) ma
- I segreti delle aperture (Petrosian, Larsen,Polugajevskij, Tal etc)
della Prisma
(bellissimo libro che impara a ragionare anche in apertura piuttosto
che snocciolare varianti)
oppure
- Le partite di Gioco Aperto, Chiuso, Semiaperto, Semichiuso (Karpov)
della Prisma...

oppure Nuove Idee in apertura (sempre della Prisma) quest'ultimo forse
troppo specifico

Ciao Mauro



"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Anj
2006-10-29 21:32:04 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Splendida idea: tralasciare la strategia e buttarsi sulla tattica: ma
qulcuno che capiva un po' di Scacchi non scriveva che " una
combinazione tattica non viene dal nulla ma è il risultato di una
corretta impostazione strategica e l'atto finale che concretizza sulla
scacchiera una posizione vantaggiosa" ?
Si, è una splendida idea e la consiglio vivamente anch'io :-)
Post by mario.scafroglia
Perché la strategia dobbiamo dimenticarcela, se è così importante?
Se una partita è impostata correttamente dal punto di vista strategico
sarà anche più semplice trovare la giusta soluzione tattica...
Perchè per impostare una partita strategica devi prima preoccuparti di
non farti dare doppi, infilate e scacchi di scoperta. DOPO, quando hai
i pezzi coi quali farlo, ti occupi di concetti più astratti come
complessi di case deboli di un dato colore, alfieri
cattivi-buoni-attivi, pedoni isolati etc.

Altrimenti:
Principiante strategico - "Ok, ora entro con la torre in settima e
faccio una strage, perchè Nimzowitsch ha detto che è una gran figata
farlo"
Principiante tattico - " Guarda, non so chi era quel tizio ma so che
non puoi muovere la torre perchè è inchiodata al re..."
Post by mario.scafroglia
Ma invece di uno studio a "compartimenti stagni" non sarà più utile
una visione d'insieme complessiva che prenda in esame le tre fasi
della partita, dando semmai un occhio di riguardo al mediogioco ?
Sono d'accordo!
Post by mario.scafroglia
Allora molto meglio
-Teoria e pratica di Koblentz
- Centro di partita di Romanowskij
-Trattato di Scacchi di Euwe
che appunto, trattano l'argomento in maniera "totale" , apertura,
mediogioco (soprattutto) e finale (con molti esercizi di tattica
anche) ...
Forse non subito.
Scuola di scacchi di Ponzetto e un libro con problemi di tattica è
l'ideale.
Giocare molte partite (comprese blitz) su internet anche.

Scuola di scacchi è fondamentalmente la versione light del Mio Sistema
:-)
Post by mario.scafroglia
Meglio allora Bobby Fischer le mie 60 partite, perché nessuno meglio
del più Grande CAmpione mai esistito può avere il dono della sintesi
per farsi capire , o le partite di Capablanca in "I Fondamenti degli
Scacchi" spiegate mossa per mossa dallo stesso Capablanca, giocatori
questi parecchie categorie SOPRA al sopravvalutatissimo (per questioni
soprattutto editoriali) Nunn...
Troppo complesso!
Tu quando eri alle medie su cosa studiavi matematica, sui testi di Kurt
Gödel?
60 partite da ricordare necessità di una comprensione del gioco già
piuttosto elevata, perchè la lettura del testo valga il tempo
impiegato IMHO
Post by mario.scafroglia
Benissimo il Kallai, più che sufficiente per un principiante, per
avere una minima conoscenza delle aperture , non è necessario altro in
questa fase dell'apprendimento, a mio parere
concordo
Post by mario.scafroglia
Non certo per principianti , e , sinceramente, se proprio , io
principiante, volessi esagerare con le aperture, prenderei non certo
il Pantaleoni (con tutto il rispetto) ma
- I segreti delle aperture (Petrosian, Larsen,Polugajevskij, Tal etc)
della Prisma
(bellissimo libro che impara a ragionare anche in apertura piuttosto
che snocciolare varianti)
suggerisci un testo molto più complesso a mio avviso...

Ciao,

Anj
Mimas
2006-10-29 23:08:59 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Post by Mimas
dicendoti anche la mia opinione. L'unica differenza è che i miei
consigli sono quelli giusti. :-D
... se lo dici Tu ...
Era una battuta tanto per scherzare. L'avrebbe capito chiunque.
Scusa, errata corrige, l'avrebbe capito *quasi* chiunque.
Post by mario.scafroglia
Splendida idea: tralasciare la strategia e buttarsi sulla tattica: ma
qulcuno che capiva un po' di Scacchi non scriveva che " una
combinazione tattica non viene dal nulla ma è il risultato di una
corretta impostazione strategica e l'atto finale che concretizza sulla
scacchiera una posizione vantaggiosa" ?
Non vorrei sbagliare, ma mi pare fosse Alekhine. Non si stava rivolgendo
ad un principiante, stava esprimendo un concetto generale con cui sono
d'accordo al 100%. C'è solo un dettaglio trascurabile: giocare così è
molto, molto, molto difficile. Ci riusciva lui e qualche altro sfigato
del suo livello. La persona che ha posto la domanda sui libri si
definisce principiante. Che senso ha dirgli: "devi realizzare una
corretta impostazione strategica al fine di ottenere sulla scacchiera
una posizione vantaggiosa" se non è ancora in grado di vedere un matto
in due o se lascia un pezzo in presa? L'apprendimento dei temi tattici
fondamentali è propedeutico a qualunque ulteriore studio strategico. E
non lo dico io, ma molti che se ne intendono.
Post by mario.scafroglia
Perché la strategia dobbiamo dimenticarcela, se è così importante?
Se una partita è impostata correttamente dal punto di vista strategico
sarà anche più semplice trovare la giusta soluzione tattica...
E chi mai dice il contrario? Si ritorna però al discorso di prima:
imparando la tattica si apprendono i mattoni fondamentali di cui è fatta
una partita di scacchi. E poi è arcinoto che a basso livello la ricerca
della strategia è una chimera e le partite si risolvono invariabilmente
a colpi di tatticismi. Accidenti, i miei giocatori preferiti sono
Capablanca e Smyslov, mi piace un sacco il gioco posizionale, ma ad un
principiante che chiede quali libri leggere non consiglio di cominciare
dalla strategia!
Post by mario.scafroglia
Ma invece di uno studio a "compartimenti stagni" non sarà più utile
una visione d'insieme complessiva che prenda in esame le tre fasi
della partita, dando semmai un occhio di riguardo al mediogioco ?
Mamma mia, il solito discorso da assemblea studentesca, velleitario e
superficiale. Cos'è questa storia dei compartimenti stagni? Tutti i
libri sono compartimenti stagni, esprimono il punto di vista dell'autore
su un argomento; poi possono avere un orizzonte più o meno ampio.
Restando nell'ambito scacchistico, se uno vuole studiare i finali di
pedone prende un libro sui finali di pedone, se vuole studiare la
variante Cambridge Springs prende un libro sulla Canbridge Springs, se
vuole studiare l'attacco di minoranza prenderà un libro giusto per
questo, se vuole avere tutto in uno prenderà un libro generalista che
tratta tutti gli argomenti in un unico volume. Che problema c'è? I
libri, di scacchi e non, li scrivono apposta per imparare un certo
argomento.
Post by mario.scafroglia
Allora molto meglio
-Teoria e pratica di Koblentz
- Centro di partita di Romanowskij
-Trattato di Scacchi di Euwe
che appunto, trattano l'argomento in maniera "totale" , apertura,
mediogioco (soprattutto) e finale (con molti esercizi di tattica
anche) ...
Sono tre ottimi volumi che consiglierei a chiunque. Il Koblenz lo
conosco bene perché ci ho fatto il db book che si trova su Gambit Chess.
Però ti faccio notare che il poster originale dice che ha già letto il
libro di Zichichi, e vuole proseguire lo studio. Perché proporgli altri
libri dello stesso tipo, sia pure buoni? Il concetto qui è: "Tanti buoni
libri e così poco tempo per leggerli". Bisogna fare delle scelte
ottimali. Continuare a leggere libri "totali" si risolve in una
duplicazione di valori (notare prego la sinergia con il Bridge), perché
inevitabilmente molti argomenti saranno ripetuti.
Post by mario.scafroglia
Meglio allora Bobby Fischer le mie 60 partite, perché nessuno meglio
del più Grande CAmpione mai esistito può avere il dono della sintesi
per farsi capire
Ecco il problema: troppa sintesi. I commenti di Fischer sono difficili,
si limitano alle mosse cruciali della partita, ma un giocatore di
categoria nazionale o n.c. impara solo dalle mosse che agli occhi di un
Fischer o di un Kasparov non sono degne di menzione perché "banali" e
"ovvie".
Post by mario.scafroglia
, o le partite di Capablanca in "I Fondamenti degli
Scacchi" spiegate mossa per mossa dallo stesso Capablanca, giocatori
questi parecchie categorie SOPRA al sopravvalutatissimo (per questioni
soprattutto editoriali) Nunn...
Anche del libro di Capa ho fatto il db book. E' veramente ottimo, se uno
mi chiedesse "vorrei un libro che mi spiega tutto l'essenziale" glielo
consiglierei, ma siamo ancora lì, stiamo rispondendo ad un ragazzo che
ha già letto un libro di carattere generale e vorrebbe andare oltre.
Post by mario.scafroglia
Benissimo il Kallai, più che sufficiente per un principiante, per
avere una minima conoscenza delle aperture , non è necessario altro in
questa fase dell'apprendimento, a mio parere
Sono perfettamente d'accordo su questo.
Post by mario.scafroglia
Non certo per principianti , e , sinceramente, se proprio , io
principiante, volessi esagerare con le aperture, prenderei non certo
il Pantaleoni (con tutto il rispetto) ma
Sei veramente un fenomeno paranormale, penso che perfino il CICAP si
arrenderebbe nel tentativo di dare una spiegazione razionale dello
scafroglia-pensiero. Quei libri hanno tre autori, di cui due sono Grandi
Maestri. Tu hai censurato la realtà al solo scopo di tenere in piedi una
polemica futile, loffia, pretestuosa, stucchevole e perfino un po'
uggiosa.
Post by mario.scafroglia
- I segreti delle aperture (Petrosian, Larsen,Polugajevskij, Tal etc)
della Prisma
(bellissimo libro che impara a ragionare anche in apertura piuttosto
che snocciolare varianti)
Non lo conosco, ma non ho dubbi che sia buono.
Post by mario.scafroglia
oppure
- Le partite di Gioco Aperto, Chiuso, Semiaperto, Semichiuso (Karpov)
della Prisma...
Anche questi non lo conosco. Ma mi pare di avere letto dei commenti in
cui vengono definiti di carattere avanzato, forse non adatti a chi vuole
uscire dalla status di absolute beginner.
Post by mario.scafroglia
oppure Nuove Idee in apertura (sempre della Prisma) quest'ultimo forse
troppo specifico
Pensa un po', del secondo volume ho fatto il db book. Veramente ottimi,
ma non da principiante.
Post by mario.scafroglia
Ciao Mauro
Secondo me affronti le discussioni in modo troppo polemico, come se chi
ha opinioni diverse dalle tue commettesse un reato di lesa maestà.
--
/***********************************************
Mimas (Reply-To valido)
***********************************************/
mario.scafroglia
2006-10-30 10:56:35 UTC
Permalink
Post by Mimas
Post by mario.scafroglia
Post by Mimas
dicendoti anche la mia opinione. L'unica differenza è che i miei
consigli sono quelli giusti. :-D
... se lo dici Tu ...
Era una battuta tanto per scherzare. L'avrebbe capito chiunque.
Scusa, errata corrige, l'avrebbe capito *quasi* chiunque.
...anche la mia era una battuta, ma non mi aspettavo ,caro anonimo,
che Tu capissi...
Post by Mimas
Post by mario.scafroglia
Splendida idea: tralasciare la strategia e buttarsi sulla tattica: ma
qulcuno che capiva un po' di Scacchi non scriveva che " una
combinazione tattica non viene dal nulla ma è il risultato di una
corretta impostazione strategica e l'atto finale che concretizza sulla
scacchiera una posizione vantaggiosa" ?
Non vorrei sbagliare, ma mi pare fosse Alekhine. Non si stava rivolgendo
ad un principiante, stava esprimendo un concetto generale con cui sono
d'accordo al 100%. C'è solo un dettaglio trascurabile: giocare così è
molto, molto, molto difficile. Ci riusciva lui e qualche altro sfigato
del suo livello. La persona che ha posto la domanda sui libri si
definisce principiante. Che senso ha dirgli: "devi realizzare una
corretta impostazione strategica al fine di ottenere sulla scacchiera
una posizione vantaggiosa" se non è ancora in grado di vedere un matto
in due o se lascia un pezzo in presa? L'apprendimento dei temi tattici
fondamentali è propedeutico a qualunque ulteriore studio strategico. E
non lo dico io, ma molti che se ne intendono.
Ma è chiaro, ma il "principiante" aveva anche detto di aver letto ed
assimilato il Zichichi ...

Quindi mettetevi d'accordo, un principiante o no?

Mauro



"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Mimas
2006-10-30 12:56:39 UTC
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Post by mario.scafroglia
Post by Mimas
Post by mario.scafroglia
... se lo dici Tu ...
Era una battuta tanto per scherzare. L'avrebbe capito chiunque.
Scusa, errata corrige, l'avrebbe capito *quasi* chiunque.
...anche la mia era una battuta, ma non mi aspettavo ,caro anonimo,
che Tu capissi...
OK, si tratta di uno dei soliti malintesi che capitano continuamente sui
ng a causa dell'assenza del linguaggio non verbale.
Post by mario.scafroglia
Post by Mimas
Non vorrei sbagliare, ma mi pare fosse Alekhine. Non si stava rivolgendo
ad un principiante, stava esprimendo un concetto generale con cui sono
d'accordo al 100%. C'è solo un dettaglio trascurabile: giocare così è
molto, molto, molto difficile. Ci riusciva lui e qualche altro sfigato
del suo livello. La persona che ha posto la domanda sui libri si
definisce principiante. Che senso ha dirgli: "devi realizzare una
corretta impostazione strategica al fine di ottenere sulla scacchiera
una posizione vantaggiosa" se non è ancora in grado di vedere un matto
in due o se lascia un pezzo in presa? L'apprendimento dei temi tattici
fondamentali è propedeutico a qualunque ulteriore studio strategico. E
non lo dico io, ma molti che se ne intendono.
Ma è chiaro, ma il "principiante" aveva anche detto di aver letto ed
assimilato il Zichichi ...
Quindi mettetevi d'accordo, un principiante o no?
Mah, insomma, uno che finora ha solo affrontato il testo di Zichichi
secondo me è ancora un principiante, anche perché mi sembra di aver
capito che non ha ancora fatto un vero torneo. Tu gli proponi come
ideale lo stile di Alekhine... direi che fra uno che ha letto lo
Zichichi e Alexander Alekhine c'è, come dire, un po' di strada da
fare...

Quanto all'anonimo, capita spesso di sentire persone che rimproverano
garbatamente l'interlocutore di essere anonimo, come se ciò fosse una
cosa deplorevole mentre chi si firma per esteso mostrasse maggiore
serietà. Mi è capitato anche di leggere: "io rispondo solo a chi si
firma con nome e cognome". Mi permetto di essere in totale disaccordo.

Io mi sono collegato ad Internet nel 1996, quando la rete era molto
diversa da adesso, i siti web non sembravano il catalogo di Postalmarket
ma spesso consistevano di una semplice pagina su sfondo grigio. A quel
tempo era rimasta un'eco della filosofia originale di Internet,
dell'epoca pionieristica quando la rete era popolata solo di geek
occhialuti che passavano le nottate davanti ad un terminale Unix in
modalità puro testo.

Lo spirito della Rete non ha nulla contro l'anonimato, anzi incoraggia a
crearsi personalità alternative, a vivere in mondi paralleli, a tentare
il gioco della finzione. Io e tu forse non ci incontreremo mai nella
vita reale, qui siamo solo dei bit che corrono a velocità della luce e
interagiamo tramite un monitor su cui appaiono parole. Che importanza
può avere firmare questi bit con un nome e un cognome?

La vera distinzione non è fra chi è anonimo e chi non lo è, ma fra chi
si comporta in modo corretto e chi no. E in quest'ultimo caso, tieni
presente che in casi estremi si può sempre risalire al vero nome tramite
il provider, per cui è un anonimato di Pulcinella.

Per mostrarti che la tua posizione è priva di fondamento, ti invito a
riflettere sul fatto che sarebbe facile per chiunque inventarsi un nome
e cognome plausibili con cui presentarsi. Se io per esempio mi firmassi
"Oreste Manzolini", nome che mi sono inventato or ora, tu saresti
convinto di parlare con una personalità vera mentre in realtà staresti
interagendo con uno che *finge* di essere Oreste Manzolini, tal quale
come uno che usa un nick di fantasia.
--
/***********************************************
Mimas (Reply-To valido)
***********************************************/
mario.scafroglia
2006-10-30 15:07:20 UTC
Permalink
Post by Mimas
Post by mario.scafroglia
Ma è chiaro, ma il "principiante" aveva anche detto di aver letto ed
assimilato il Zichichi ...
Quindi mettetevi d'accordo, un principiante o no?
Mah, insomma, uno che finora ha solo affrontato il testo di Zichichi
.. ma perché dobbiamo sottovalutare a tal punto l'ottimo testo di
Zichichi?

Certamente anche lì l'argomento tatica è trattato esaurientemente ...
Post by Mimas
secondo me è ancora un principiante, anche perché mi sembra di aver
capito che non ha ancora fatto un vero torneo. Tu gli proponi come
ideale lo stile di Alekhine... direi che fra uno che ha letto lo
Zichichi e Alexander Alekhine c'è, come dire, un po' di strada da
fare...
Non propongo lo stile di Alechine, ma stavo solo citando una sua
affermazione molto giusta e condivisa da tutti gli scacchisti ( che
hanno cercato di approfondire la vera conoscenza del gioco)

Se tale affermazione è, come tutti sanno, vera , è anche vero che
l'approfondimento di sani principi strategici dovrebbe essere posto
alla base di uno studio consapevole..( a patto certamente di avere
anche assimilato le prime basi della tattica, ma se questo non è stato
bisogna prendersela con Zichichi, non con il sottoscritto...)
Post by Mimas
Quanto all'anonimo, capita spesso di sentire persone che rimproverano
garbatamente l'interlocutore di essere anonimo, come se ciò fosse una
cosa deplorevole mentre chi si firma per esteso mostrasse maggiore
serietà. Mi è capitato anche di leggere: "io rispondo solo a chi si
firma con nome e cognome".
... non Ti è però capitato di leggerlo da me :-)

Così , mi spiace, ma mi stai esortando a fare una altra battuta ( non
solo Tu e Cyrano di Bergerac avete la licenza al fin della quale " Io
tocco!" ...)

MA non avrai un pochino di coda di paglia? ( è solo una battuta,
ovvio)

Ciao Mauro Scacco




"Sometimes it's worse to win a fight than to lose."
http://mauroscacco.mioblog.net/
Mimas
2006-10-30 18:57:13 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
MA non avrai un pochino di coda di paglia? ( è solo una battuta,
ovvio)
Cosa vuoi mai, tutti quanti si paglieggia, chi più chi meno.
--
/***********************************************
Mimas (Reply-To valido)
***********************************************/
ms
2006-10-30 12:32:12 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
- I segreti delle aperture (Petrosian, Larsen,Polugajevskij, Tal etc)
della Prisma
(bellissimo libro che impara a ragionare anche in apertura piuttosto
che snocciolare varianti)
oppure
Solo per precisare che nè Polugajevskij nè Tal sono tra gli autori del bel
libro citato. Oltre a Larsen e Petrosian da te riportati, gli autori degli
altri articoli sono Evans, Gligoric, Portish e Keres.
Non defininirei però il libro per principianti, se non fino ai primi 2/3
capitoli.
In particolare gli articoli di Petrosjan e Larsen sono parecchio originali
e specifici, per cui è necessario un certo discernimento (specie per non
bersi le battute di Larsen come dettami teorici...) e l'articolo di Keres
si centra sul lavoro del GM per trovare nuove idee nelle aperture, fai un
pò te....

Ciao
Marco
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Mau Cam
2006-10-30 15:23:17 UTC
Permalink
Post by mario.scafroglia
Splendida idea: tralasciare la strategia e buttarsi sulla tattica: ma
qulcuno che capiva un po' di Scacchi non scriveva che " una
combinazione tattica non viene dal nulla ma è il risultato di una
corretta impostazione strategica e l'atto finale che concretizza sulla
scacchiera una posizione vantaggiosa" ?
Sono sempre quello di prima passato dalla categoria "principiante" alla
"spingilegno novello" grazie al trattato di Euwe :)

Mi sono dimenticato di dire che l'allenamento costante con test tattici
è importante TANTO QUANTO quello di un libro di strategia, per un
principiante.
Ovvero il passaggio di categoria che ho sperimentato è stato fatto anche
grazie ai test tattici, in particolar modo seduto nel vagone del treno
con le stampe
dei test di Dejascacchi :)

Entrambi gli studi sono indispendabili e vanno, a mio modo di vedere,
portati avanti
PARALLELAMENTE.
E' inutile studiare la strategia se non si vede un tatticismo di due
mosse, una forchetta o uno scacco di scoperta...
E' inutile risolvere "matti in 5" in 10 secondi, se non si sa una mazza
di case deboli, colonne aperte, ecc...


saluti,
M.
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
SaricBlake
2006-11-03 18:28:01 UTC
Permalink
Post by Roberto Montaruli
Post by Roger
Salve a tutti,
sono un principiante e sto apprendendo il gioco come autodidatta.
Fino ad ora ho letto il libro "Lezioni di scacchi" di A.Zichichi.
Dopo questo libro quale testo e' piu' indicato nel proseguimento
dell'apprendimento?
Credo che un libro di partite commentate in modo semplice di un Campione
del Mondo, sia l'ideale.
Io mi sono trovato bene con:

Titolo: Scacchi primo amore
Autore: Karpov Anatolij
Anno: 1975
Editore: Teti

È scritto in maniera semplice e ti chiarisce cosa guardare.


Mentre SCONSIGLIO Libri come: Fischer Le mie 60 partite da ricordare.
Non perché magari dicano cose non buone, ma a te non è di nessu aiuto, non
capiresti nulla, dovresti già sapere a memoria quanto scritto nel Libro di
Karpov che ti ho segnalato e forse anche qualche cosa in più.
Post by Roberto Montaruli
Post by Roger
A me servirebbe un testo che mi faccia proseguire nell'apprendimento
del gioco e non so se e' piu' utile un testo generico o cominciare a
scindere le fasi del gioco e quindi dedicarmi alle aperture.
Fai attenzione allo SCINDERE le fasi della partita, perché è una Bufala.
La partita è un tutt'uno.
L'apertura la si fa già in base a piani che si vuole giocare e portare a
compimento nel mediogioco, dove si è riusciti nell'intento e ci si lancia
nei cambi perché si è adesso con il pedone in più da portare a promozione.
Post by Roberto Montaruli
Post by Roger
Mi potreste consigliare, inoltre, un testo sulle aperture
adatto ad un principiante?
Grazie a voi tutti.
No. Un principiante non necessita di testi sulle aperture. Le
spiegazioni sulla strategia delle aperture che fa Zichichi sono piu' che
sufficienti per un principiante.
Sono quasi daccordo con te:
1) Bisognerebbe giocare le partite senza aver prima letto nulla sulle
Aperture.
2) Visionare attentamente la partita e schiarirsi le idee sui problemi
incontrati durante la fase dell'apertura e del Mediogioco, al finale a
questo livello non ci arrivi.
3) Poi passare a vedere cosa si proponevano di ottenere gli ideatori di
quell'apertura e confrontarlo con quello che abbiamo ottenuto ed i problemi
che abbiamo incontrato.
In questo caso un testo come quello del sito: Scacchi!
http://scacchi.qnet.it/manuale/scacchi.htm
es:
« Catalogo delle aperture - Attacco Lopez
Questa apertura venne inventata dal giocatore spagnolo Lopez ma ormai è
caduta in disuso, se non altro perché appare velleitaria l'idea di
appoggiare la spinta Pd2-d4 soprassedendo allo sviluppo immediato delle
figure leggere bianche. Il Nero, in verità, ha a disposizione varie difese,
fra cui è da segnalare l'efficace spinta di rottura Pd7-d5, fattibile
perché dopo il cambio dei Pedoni centrali la Donna nera non potrà essere
attaccata dal Cb1, in quanto la casa c3 è stata ostruita dal Pedone bianco.
Non sono infrequenti, comunque, rientri per trasposizioni di mosse in altre
aperture quali la Partita Ponziani o, se il Nero opta per l'immediata
spinta Pc7-c5, la Difesa Siciliana.
»

O anche qualche cosa di più specifico, ma sempre sul genere, può essere di
aiuto, sia nel capire le idee alla base di quella specifica apertura, sia
venire a sapere magari curiosità sugli Ideatori e la loro epoca.
Post by Roberto Montaruli
Vi sono centinaia di testimonianze rilasciate qua e là nei vari forum da
parte di giocatori che hanno constatato un forte aumento del proprio
livello dopo avere studiato seriamente la tattica. L'deale sarebbe
prendere l'abitudine di risolvere un buon numero di posizioni ogni santo
giorno per tutta la durata della propria carriera scacchistica.
Il fatto di aver avuto un aumento del proprio livello di gioco, è
assolutamente normale se ti metti a fare esercizi dalla mattina alla sera.
Il problema è che non si diventa un campione di Tennis facendo il
Maratoneta, si avrà si un piccolo aumento nelle prestazioni generali dato
l'esercizio che si è fatto, ma poi ci si ferma lì.


FINALI????????
Post by Roberto Montaruli
Io eviterei di consigliare ad un principiante di iniziare dai finali
anche se viene raccomandato da autorevoli scacchisti. Si finisce per
farlo annoiare.
L'idea di studiare prima i finali è che solo così si imparano le
caratteristiche individuali dei pezzi e se ne migliora il coordinamento.
Inoltre come qualcuno ha già detto ci sono alcune cose, magari stupide come
"l'infilata" che bisognerebbe conoscere.


Entrambe le posizioni le trovo reali.
Non sò consiglirti un buon libro, sempre che ne esistano, ma siccome devi
fare i conti con entrambe queste situazioni, ci vorrebbe un Libro che non
faccia dei finali un mortorio.
--
Ciao SaricBlake
E la frase di oggi [03/11/2006 18.27.40] è:
Anderssen dopo la sconfitta contro Steinitz:
Lungi da essere una tigre che vi salta al collo, Steinitz può essere
confrontato ad uno scippatore che vi fa sparire un pedone e lo conserva.
[Anderssen, Adolf (Citazione)]
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