Discussione:
A proposito di "Tattica, tattica, tattica !!!"
(troppo vecchio per rispondere)
rm
16 anni fa
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Salve a tutti,

quando iniziai a giocare, circa 25 anni fa, i libri su cui
prevalentemente si in-formavano i vari scacchisti italiani erano qelli
della Mursia: gli italiani Paoli, Porreca, Ponzetto, i grandi maestri
russi Romanovskij e Koblentz, e i "classici" Nimzowitsch ed Euwe. Un
mio conoscente, allora NC come me (io per questioni famigliari dovetti
lasciar perdere gli scacchi e quindi NC lo sono rimasto!), si vanta di
aver studiato solo 3 libri nella sua vita: Il manuale del Porreca
sulle aperture, Strategia e tattica di Paoli, e Il finale negli
scacchi sempre di Paoli. Posso confermare personalmente ciò di cui
egli si vanta. E grazie alla lettura e rilettura e studio approfonditi
di questi soli tre libri, lui è riuscito a diventare un forte
Candidato Maestro. Ovviamente ha anche giocato molto, moltissimo, sia
al circolo, che con software varii, e partecipando a numerosi tornei.
Tenendosi pure aggiornato con Chessbase. Ora, la questione che mi
pongo è: allora una certa corrente di pensiero diceva che i
principianti debbono cominciare con lo studio dei finali. Altra
corrente (più equilibrata e, secondo me, la più corretta) che vanno
studiate egualmente tutte le varie fasi della partita. Oggi sembra che
le cose siano radicalmente cambiate. Sembra che i nuovi
"didatti" (Dvoretskij, Aagaard, Silman, ecc.) vogliano dirci "buttate
pure alle ortiche i libri precedenti e seguite i nostri insegnamenti".
E in tutto ciò, la parola d'ordine più volte ripetuta da tutte le
parti è (almeno per i principianti fino a 1N): TATTICA !!! Ossia,
sembrerebbe che improvvisamente siano "cambiate" le regole, e questa
parola d'ordine è quella che viene sottolineata e ripetuta da varie
parti: libri, siti web, corsi di scacchi, ecc "VOI PRINCIPIANTI, FINO
A CM, CONCENTRATEVI SOLO SULLA TATTICA,TATTICA, TATTICA !!!" .
Personalmente mi e vi domando se sia veramente opportuno orientare
così monotematicamente l'attenzione degli scacchisti "non
professionisti". Il mio conoscente CM non ha mai avuto un grosso
pallino per la tattica, però è sempre stato un valido "stratega", ha
sempre avuto un grande senso della posizione, anche da NC. D'altra
parte: qualcuno potrebbe spiegarmi qual'è il senso di voler scindere
la tattica dalla strategia (così com'anche apertura, mediogioco,
finale)? E come si fa ad avere un buon gioco tattico senza prima aver
compreso il senso dell posizione ? Cioè: ci propinano libri su libri
stracolmi di migliaia di posizioni e test "tattici" da risolvere per
"fare il colpo d'occhio". Ok. Ma ci dimentichiamo che quelle sono
posizioni già precostituite e, per arrivarci... come si fa senza
strategia ? Già: come si fa ??? Ho la forte impressione che anche in
tal senso, gli scacchi (come qualsiasi altra attività "umana") siano
continuamente soggetti a "nuove mode" e a nuovi "dogmi" (anche se una
certa corrente di pensiero di oggi vorrebbe definirsi "antidogmatica).
Il fatto è che se Kasparov muove la donna o la torre 5 volte nelle
prime dieci mosse e alla fine perde, lui se lo può sempre e comunque
permettere perché è un genio degli scacchi. Se lo faccio io (perché ne
ho voglia, per semplice piacere "ludico", ecc.) e alla fine vinco,
beh, l'opinione degli "esperti" è che ho vinto solo perché il mio
avversario è più schiappa di me oppure perché io ho un grandissimo
cu.....!!!

Ciao :-)))

Rocco
Franco De Sio
16 anni fa
Permalink
On 19 Set, 09:07, rm <***@libero.it> wrote:

Ciao Rocco.

Hai messo un sacco di carne al fuoco, e rispondere nel merito a tutto
ci vorrebbero almeno tre distinti thread!
:-)

Facciamo così: con Copia e Incolla ti riporto un mio vecchio
intervento su IHS, che tocca esplicitamente oppure no gran parte dei
temi che proponi. Poi fai tu.

-----------------------
Studiare gli scacchi da autodidatta

Il neo appassionato ad una disciplina difficile come gli scacchi a
volte è costretto ad essere autodidatta.
Da quello che leggo vedo e leggo in giro è fenomeno diffuso lavorare
senza la guida di un istruttore o quanto meno un giocatore veramente
esperto e soprattutto disponibile ad accompagnare la crescita
scacchistica di chi è alle prime armi.

Ho una discreta esperienza come istruttore, oramai ventennale,
particolarmente rivolta ai giovani, seppur non di tipo professionale.
Proprio i più giovani sono quelli che si entusiasmano sinceramente
quando intraprendono un'attività, e nel caso degli scacchi spesso non
hanno vicino una struttura qualificata che li accompagni nel percorso
di crescita tecnica. In tal caso si assiste ad un vero e proprio
spreco di energia e di lavoro, con rischio di disaffezione se i
risultati agonistici non sono quelli attesi o sperati.
Esemplifico un caso limite a cui ho assistito recentemente. Si
affaccia in torneo open un sedicenne NC che nei primi due turni
letteralmente travolge due categorie nazionali (anche una 1N, ed
entrambi lo hanno sottovalutato approcciandosi alla partita in maniera
superficiale) mostrando sicurezza nelle scelte, velocità nel muovere,
ottima conoscenza delle aperture. Incuriosito scambio due chiacchiere
con il ragazzo e apprendo che agonisticamente sono 5 mesi che fa
tornei, e non ha mai giocato prima neppure su Internet. Non frequenta
un circolo. Grande è la mia meraviglia, che si trasforma rapidamente
in perplessità quando dichiara che sono 5 (cinque) anni che studia
scacchi e, negli ultimi anni dedica a tale studio varie ore al giorno,
dopo aver fatto i compiti. In estate per tutta la giornata! Tutto
questo da solo. In pratica non ha vita sociale! Sarebbe interessante
fare due chiacchiere con i genitori... ma questo è un altro discorso.
Questa non è la descrizione di un genio futuro campione di scacchi.
Tant'è che al terzo turno ha incontrato un avversario esperto che lo
ha volutamente portato rapidamente fuori dagli schemi di aperture
profondamente teorizzate, costringendolo a pensare con la sua testa.
Lascio immaginare il rapido esito...

Veniamo al tema: come migliorare da autodidatta.

Un principiante o quasi "non vede la scacchiera". Con ciò mi riferisco
alla geometria del movimento dei pezzi e alle relazioni spaziali tra
essi, propri e dell'avversario.
Se per un attimo escludiamo come causa la tensione e l'emotività
provocate dalla partita, banalmente è questa la genesi del subire un
doppio di cavallo. Inoltre assimilare (visualizzare) le interazioni
tra i pezzi è la base per instaurare discorsi sulla tattica e sulla
strategia. Sembrano affermazioni scontate, ma quanti principianti ne
sono consapevoli?
Come ovviare? Come imparare a "vedere la scacchiera"? In un solo modo:
studiare i finali elementari!
Spendere un poco di tempo sul finale R+D contro R+p in settima, non
solo viene utile nella pratica di torneo, ma ti insegna a far
cooperare i pezzi. E così per tutti gli altri finali elementari, in
particolare quelli di Re e pedoni prima e Re e pedoni e pezzo dopo.
Purtroppo non mi risulta che sia più in commercio il testo cartaceo
sui finali elementari di Averbach: 100 paginette che qualsiasi
principiante (e non) dovrebbe studiare.

Dopo aver imparato a vedere la scacchiera, è necessario allenarsi a
dispiegare le potenzialità spaziali dei pezzi (o a non subirle): la
tattica.
Quindi esercizi tematici: la scoperta, l'attacco doppio, il sacrificio
d'alfiere in h7 (h2) eccetera.
Però non guardandosi i diagrammi la sera a letto: rigorosamente
mettendo la posizione sulla scacchiera (da torneo) e non correre a
leggere la soluzione se non si riesce subito a trovarla.

A questo punto si è in grado di apprezzare e capire buona parte delle
spiegazioni che un GM importante fornisce a corredo della
presentazione delle sue partite: un libro scelto tra i tanti ottimi in
commercio, avendo l'accortezza di selezionare un volume non con
analisi stile Informatore bensì "parlato". Casomai scegliendo un
autore dallo stile in cui ci si riconosce. Anche in questo caso le
partite vanno studiate alla scacchiera.

Tale fase può essere integrata con lo studio di un buon libro sui
principi del medio gioco. Un classico va benissimo.

E le aperture? L'errore dei più è quello dello studio sistematico di
tale fase della partita, senza però avere le basi per capirle.
L'apertura è quella fase della partita che prepara un dato tipo di
medio gioco. Esso ha i suoi principi, le sue regole e i suoi
obiettivi. Un principiante non ha tali conoscenze, di conseguenza non
può veramente capire un'apertura. E' questo il motivo per cui tale
studio non deve essere la prima fase della preparazione agonistica.
A tale carenza si può (e si deve) rimediare, dopo una sommaria
preparazione su qualche schema che si intende adottare, con lo studio
delle proprie partite. Ciò è irrinunciabile a qualsiasi livello,
ancora di più per i meno esperti.
Giocata una partita la si analizza sin dalle prime mosse con l'aiuto
di una buona monografia tematica (è l'ideale). Ci si accorge di aver
sbagliato ad un certo punto, o lo ha fatto l'avversario e non se n'è
approfittato. Preso mentalmente nota di ciò, la prossima volta non si
commetterà lo stesso errore.

E' imprescindibile giocare partite di allenamento, se possibile alla
scacchiera con l'avversario di fronte, e non a cadenza breve almeno
nei primi tempi.
La cadenza lunga permette di imparare a riflettere prima di muovere e
mettere fattivamente in pratica lo studio effettuato.
La cadenza veloce, da adottare in seguito, può essere utile per
allenare i riflessi quando in torneo si finisce a corto di tempo.
-----------------------

Ciao
Franco De Sio
VDG
16 anni fa
Permalink
Post by Franco De Sio
Ciao Rocco.
Hai messo un sacco di carne al fuoco, e rispondere nel merito a tutto
ci vorrebbero almeno tre distinti thread!
:-)
Facciamo così: con Copia e Incolla ti riporto un mio vecchio
intervento su IHS, che tocca esplicitamente oppure no gran parte dei
temi che proponi. Poi fai tu.
Hum, interessante.
Franco, non è che per caso insegni in un circolo scacchistico vicino casa
mia e fai corsi per adulti?
Oppure, non è che hai un bel sito internet dove gli ignoranti come me
possono imparare qualcosa?
Ciao, Enzo.
Franco De Sio
16 anni fa
Permalink
On 19 Set, 15:54, "VDG" <***@yahoo.it> wrote:

Ciao Enzo.
Post by VDG
Hum, interessante.
Franco, non è che per caso insegni in un circolo scacchistico vicino casa
mia e fai corsi per adulti?
Oppure, non è che hai un bel sito internet dove gli ignoranti come me
possono imparare qualcosa?
La mia città è Cava de'Tirreni.
L'attività di Circolo, che comprende corsi di 1° e di 2° livello, per
tutte le età, partirà il 1° Ottobre per i piccoli e i principianti e
il 6 per gli altri, e si prolungherà fino a Giugno dell'anno prossimo.
I corsi, a cadenza bisettimanale, sono gratuiti. A prescindere dai
corsi, se si è over 16 anni bisogna associarsi alla Società pagando
una quota mensile che dipende dall'essere studente o meno e dall'età.

In ogni caso può contattarmi all'indirizzo email di questo post.

Ciao
Franco De Sio
rm
16 anni fa
Permalink
...
Beh, almeno il libro di Averbach sui finali è uno dei pochissimi che
non ho rivenduto: vedrò di ripartire da quello !
Comunque: grazie davvero per i consigli e per le "dritte".
Ad ogni modo: cosa ne pensi di questo articolo scritto dal M.I.
Milan Mrdja che sostiene (nel link che segue) che i finali sono invece
la parte meno importante per un principiante ?
http://www.albanesi.it/Scacchi/giocatore_scacchi.htm
Grazie e ciao
Rocco
Roberto Montaruli
16 anni fa
Permalink
...
Mah... solo studiando?
Post by rm
Ovviamente ha anche giocato molto, moltissimo, sia
al circolo, che con software varii, e partecipando a numerosi tornei.
Ah ecco! Volevo ben dire!
Post by rm
Tenendosi pure aggiornato con Chessbase. Ora, la questione che mi
pongo è: allora una certa corrente di pensiero diceva che i
principianti debbono cominciare con lo studio dei finali.
No! I principianti devono cominciare a giocare!
Poi quando vogliono approfondire, possono partire dai finali.
Post by rm
Altra
corrente (più equilibrata e, secondo me, la più corretta) che vanno
studiate egualmente tutte le varie fasi della partita. Oggi sembra che
le cose siano radicalmente cambiate. Sembra che i nuovi
"didatti" (Dvoretskij, Aagaard, Silman, ecc.) vogliano dirci "buttate
pure alle ortiche i libri precedenti e seguite i nostri insegnamenti".
E in tutto ciò, la parola d'ordine più volte ripetuta da tutte le
parti è (almeno per i principianti fino a 1N): TATTICA !!!
Dalla tattica non si prescinde: e' cosi' che si perdono i pezzi e le
partite.
Ma la tattica non e' una cosa che si studia a tavolino: e' una cosa che
si assimila prima di tutto con l'esperienza e l'esperienza la si fa
giocando.
Post by rm
Ossia,
sembrerebbe che improvvisamente siano "cambiate" le regole, e questa
parola d'ordine è quella che viene sottolineata e ripetuta da varie
parti: libri, siti web, corsi di scacchi, ecc "VOI PRINCIPIANTI, FINO
A CM, CONCENTRATEVI SOLO SULLA TATTICA,TATTICA, TATTICA !!!" .
Non concordo neanche un po'.
La tattica serve per non perdere i pezzi, e non ci piove.
Ma la tattica richiede una cosa che il principiante non possiede: la
capacita' di analizzare a fondo posizioni complicate.
Post by rm
Personalmente mi e vi domando se sia veramente opportuno orientare
così monotematicamente l'attenzione degli scacchisti "non
professionisti".
No. Opinione personale, raggiunta dopo anni e anni di gioco tra gli
under 2000.
Post by rm
Il mio conoscente CM non ha mai avuto un grosso
pallino per la tattica, però è sempre stato un valido "stratega", ha
sempre avuto un grande senso della posizione, anche da NC. D'altra
parte: qualcuno potrebbe spiegarmi qual'è il senso di voler scindere
la tattica dalla strategia (così com'anche apertura, mediogioco,
finale)?
Non si devono scindere affatto le due cose.
La tattica serve per concludere un buon piano strategico, ma serve anche
per sfruttare le immancabili imprecisioni dell'avversario (oppure per
non commetterne a nostra volta).
Post by rm
E come si fa ad avere un buon gioco tattico senza prima aver
compreso il senso dell posizione ?
Il gioco tattico esula dal senso della posizione.
Se in una particolare posizione posso giocare tatticamente per
guadagnare materiale, per esempio, lo posso fare in quella posizione
precisa. Basta spostare un pedone, per esempio, e la cosa non funziona
piu'. Il senso della posizione e' un concetto strategico, non tattico.
Post by rm
Cioè: ci propinano libri su libri
stracolmi di migliaia di posizioni e test "tattici" da risolvere per
"fare il colpo d'occhio". Ok. Ma ci dimentichiamo che quelle sono
posizioni già precostituite e, per arrivarci... come si fa senza
strategia ?
Non c'entra il colpo d'occhio tattico dalla posizione costruita
strategicamente.
Tu puoi giocare strategicamente molto bene e non essere in grado di
cogliere l'attimo della combinazione perche' non lo vedi.
Ma il colpo tattico puo' arrivare in qualunque momento, perche' se non
lo costruisci tu, puo' essere l'avversario a sbagliare ed esporsi.
Post by rm
Già: come si fa ??? Ho la forte impressione che anche in
tal senso, gli scacchi (come qualsiasi altra attività "umana") siano
continuamente soggetti a "nuove mode" e a nuovi "dogmi" (anche se una
certa corrente di pensiero di oggi vorrebbe definirsi "antidogmatica).
Lo scacchista bravo vince, come vinceva 20 anni fa, come vinceva 50 anni fa.
Post by rm
Il fatto è che se Kasparov muove la donna o la torre 5 volte nelle
prime dieci mosse e alla fine perde, lui se lo può sempre e comunque
permettere perché è un genio degli scacchi.
Stiamo parlando di livello di gioco under 2000. Che c'entra Kasparov?
Post by rm
Se lo faccio io (perché ne
ho voglia, per semplice piacere "ludico", ecc.) e alla fine vinco,
beh, l'opinione degli "esperti" è che ho vinto solo perché il mio
avversario è più schiappa di me oppure perché io ho un grandissimo
cu.....!!!
Nelle analisi delle partite c'e' poco spazio per le opinioni.
Se una linea e' buona o non e' buona lo si dimostra analizzando.
Tu giochi la torre 5 volte e se il tuo avversario avrebbe potuto
sfruttare, allora la tua idea era sbagliata.
Che poi l'avversario non abbia colto e tu hai portato a casa il punto
non dimostra che la tua idea fosse buona, dimostra che il tuo avversario
ha giocato peggio di te.
Post by rm
Ciao :-)))
E non ti fare tutti questi problemi: gioca! divertiti!
rm
16 anni fa
Permalink
...
Forse non mi sono espresso bene, o magari la pensiamo proprio
diversamente su questo punto.
Cioè: non viene sottolineato (come invece sarebbe opportuno) che
quelle posizioni e test tattici da risolvere per "fare il colpo
d'occhio" che uno si trova lì nei diagrammi già belle e pronte, sono
state raggiunte in partite giocate da grandi maestri che, per
arrivarci, hanno inevitabilmente utilizzato la loro notevole capacità
strategica e di comprensione della posizione. Ossia: la tattica e la
bella combinazione non può "piovere dal cielo" e quindi non può essere
considerata una "creazione" fine a se stessa ma un momento culminante
di una valida strategia. Una tattica priva di una altrettanto valida
strategia è concepibile solo ritornando agli scacchi di un paio di
secoli fa (pre-Morphy), quando le "belle" combinazioni potevano
nascere solo perché il perdente faceva cappelle (strategiche e
tattiche) grosse quanto un grattacielo !!! Inoltre: io posso essere
fortissimo nel riuscire a calcolare varianti e scoprire interazioni di
pezzi per dare il via a una combinazione, ma se in una data posizione
in cui "non c'è proprio niente da fare" (zero risorse tattiche), non
riesco a valutare adeguatamente le "priorità" da perseguire per
ottenere piccoli vantaggi (è meglio occupare una colonna semiaperta
oppure migliorare la difesa del re oppure tentare una manovra di
sfianchettamento, ecc. ecc.) ben difficilmente riuscirò a conseguire
una posizione tale che mi consentirà poi di sfruttare le mie capacità
tattiche. La forza tattica mostruosa dei moderni software
scacchistici, non sarebbe stata sufficiente a battere il campione del
mondo e a superare i 3000 ELO se, insieme alla tremenda capacità di
calcolo di tipo brute-force non ci fosse stato un progressivo
miglioramento, perfezionamento e affinamento della capacità di
comprensione posizionale dell'algoritmo di gioco. E a tutto ciò si
sono poi aggiunti i Tablebases sui finali e i mastodontici libri di
aperture. [ Deep Blue calcolava circa cento milioni di posizioni al
secondo. Deep Rybka 3 ne analizza circa 1000 volte meno. Eppure in un
match tra i due, il "pesciolino" con i suoi 3224 ELO stravincerebbe a
mani basse ....]
Post by Roberto Montaruli
E non ti fare tutti questi problemi: gioca! divertiti!
Infatti: gioco e mi diverto !
La mia voleva essere una semplice osservazione sui costumi e le mode
che cambiano, anche negli scacchi !!!!

Ciao

Rocco
Roberto Montaruli
16 anni fa
Permalink
Post by rm
Forse non mi sono espresso bene, o magari la pensiamo proprio
diversamente su questo punto.
Cioè: non viene sottolineato (come invece sarebbe opportuno) che
quelle posizioni e test tattici da risolvere per "fare il colpo
d'occhio" che uno si trova lì nei diagrammi già belle e pronte, sono
state raggiunte in partite giocate da grandi maestri che, per
arrivarci, hanno inevitabilmente utilizzato la loro notevole capacità
strategica e di comprensione della posizione.
Va bene, ma a te che importa come si sia arrivati a quelle posizioni?
Chi mette insieme questi diagrammi con posizioni tattiche li prende da
partite per comodita' sua.
Potrebbe benissimo produrre posizioni artificiali, ma farebbe piu' fatica.
Invece prendendo una posizione da una partita giocata si trova la
posizione gia' pronta, non solo, ma il tema tattico e' piu' probabile
che tu te lo ritrovi in partita se entri in varianti con una struttura
simile.
Post by rm
Ossia: la tattica e la
bella combinazione non può "piovere dal cielo" e quindi non può essere
considerata una "creazione" fine a se stessa ma un momento culminante
di una valida strategia.
La bella combinazione generalmente e' permessa da un errore avversario,
che puo' essere una banale svista, o qualcosa di molto meno appariscente
che un forte giocatore riesce a sfruttare a distanza di qualche mossa.
Post by rm
Una tattica priva di una altrettanto valida
strategia è concepibile solo ritornando agli scacchi di un paio di
secoli fa (pre-Morphy), quando le "belle" combinazioni potevano
nascere solo perché il perdente faceva cappelle (strategiche e
tattiche) grosse quanto un grattacielo !!!
Non e' cambiato molto!
Prendi una qualunque partita dei giorni nostri in cui si sia verificato
qualche colpo tattico spettacolare.
Vedrai che se quello che lo ha subito avesse giocato diversamente
qualche mossa prima, il colpo tattico non sarebbe stato possibile.
Oggi si gioca in modo molto piu' solido dei tempi di Morphy, ma gli
errori si fanno sempre.
...
Infatti, ci sono posizioni chiuse, simmetriche, molto piatte, in cui la
risorsa tattica non c'e'.
Quelle partite le vinci sul piano strategico: conquista di piccoli
vantaggi e valorizzazione degli stessi in finale.
Se vogliamo e' tattica anche questa, ma un po' meno fuoco e fiamme.
Post by rm
La forza tattica mostruosa dei moderni software
scacchistici, non sarebbe stata sufficiente a battere il campione del
mondo e a superare i 3000 ELO se, insieme alla tremenda capacità di
calcolo di tipo brute-force non ci fosse stato un progressivo
miglioramento, perfezionamento e affinamento della capacità di
comprensione posizionale dell'algoritmo di gioco.
Vabbe' ma questo che c'entra?
Post by rm
E a tutto ciò si
sono poi aggiunti i Tablebases sui finali e i mastodontici libri di
aperture. [ Deep Blue calcolava circa cento milioni di posizioni al
secondo. Deep Rybka 3 ne analizza circa 1000 volte meno. Eppure in un
match tra i due, il "pesciolino" con i suoi 3224 ELO stravincerebbe a
mani basse ....]
E Valentino Rossi vincerebbe a mani basse contro qualunque ciclista!
A noi che cosa interessa come giocano i computer?
Post by rm
Post by Roberto Montaruli
E non ti fare tutti questi problemi: gioca! divertiti!
Infatti: gioco e mi diverto !
Bravo!
Post by rm
La mia voleva essere una semplice osservazione sui costumi e le mode
che cambiano, anche negli scacchi !!!!
Il punto e' che analizzare e' difficile, e non tutti sono capaci di
farlo. E allora ci si rifugia dietro considerazioni strategiche.

La torre la giochi su colonna aperta perche' si attiva e controlla piu'
case, anche se non ci sono minacce immediate.
Non devi analizzare niente. La giochi li' perche' e' molto piu'
probabile che un domani diventi utile.
Se vuoi analizzare tutte le conseguenze fallo, ma non ci riuscirai,
rischierai di sbagliare, perderai parecchio tempo, e alla fine magari
scoprirai che e' proprio buona.
Nessuno
16 anni fa
Permalink
Post by rm
Salve a tutti,
quando iniziai a giocare, circa 25 anni fa, ...........
Ciao :-)))
Rocco
Ritengo la risposta di Franco ineccepibile, in fondo mi pare che
rispecchi anche il tuo modo di pensare e anche il mio che da
autodidatta ho raggiunto 25 anni fa la 2N, neppure tanto meritata, e
li sono rimasto per scarsa voglia di studiare, impegni di lavoro e
famiglia e certamente poco talento.
Però penso che il suggerimento di studiare principalmente la tattica
fino al raggiungimento di una certa categoria non sia sbagliato, certo
ritengo fondamentale abbinare teoria delle aperture e finali ma in
misura minore rispetto alla tattica.
Oggi si vedono molti giovani che conoscono innumerevoli linee di
apertura e talvolta vincono grazie ad esse ma si perdono regolarmente
non appena un giocatore esperto li trascina fuori dal seminato. La
maggior parte delle partite dei giocatori di categoria nazionale
vengono decise da grossolani errori in campo tattico da parte di uno
dei due, anche se magari l'apertura è stata giocata secondo le linee
più corrette (del momento), in tal senso penso si spiega il
suggerimento dato da molti GM o IM di studiare sopratutto la tattica.
Chiaramente non si può slegare la strategia dalla tattica, non avrebbe
senso, ma ritengo altrettanto fuorviante dedicare molto più tempo alle
aperture o ai finali.
Tutto questo è solo il pensiero di un giocatore abbastanza scarso ma
che ha letto parecchio sugli scacchi.

Ciao
P.L.
Il Corifeo
16 anni fa
Permalink
...
Io ho avuto la fortuna di tradurre per la Caissa quattro o cinque
libri di Dvoretskij, ma non mi ricordo di aver trovato da nessuna
parte l'assurdità che gli viene attribuita del "Tattica! tattica!",
né mi risulta che abbia mai scritto di gettare via i libri altrui e
di leggere solo i suoi. Anzi, se si legge con attenzione, dà delle
imbeccate formidabili su libri altrui che consiglia di leggere
(Nimzowitsch e Sanakoev sono i primi che mi vengono in mente)...
rm
16 anni fa
Permalink
Post by Il Corifeo
Io ho avuto la fortuna di tradurre per la Caissa quattro o cinque
libri di Dvoretskij,
Scusi ma il traduttore dal russo è Lei (Valerio Luciani?) o Roberto
Allievi ?
Il Corifeo
16 anni fa
Permalink
Post by rm
Post by Il Corifeo
Io ho avuto la fortuna di tradurre per la Caissa quattro o cinque
libri di Dvoretskij,
Scusi ma il traduttore dal russo è Lei (Valerio Luciani?) o Roberto
Allievi ?
Fa un po' di confusione... La Caissa è di Garrett, Luciani è
dell'Ediscere (ho avuto l'onore di tradurre anche per lui). Però io
sono effettivamente Allievi. Piacere di consocerla.

Roberto Messa 2007
16 anni fa
Permalink
Post by rm
quando iniziai a giocare, circa 25 anni fa, i libri su cui
prevalentemente si in-formavano i vari scacchisti italiani erano qelli
della Mursia: gli italiani Paoli, Porreca, Ponzetto, i grandi maestri
russi Romanovskij e Koblentz, e i "classici" Nimzowitsch ed Euwe.
(eccetera)...
Alle ottime risposte che ti hanno dato altri newsgruppari, vorrei
aggiungere solo una
considerazione.
Non mi pare che Dvoretsky & C. dicano di allenarsi a più non posso nella
*tattica* ma se mai nella
*analisi* che è una cosa che richiede orizzonti ben più ampi.
Mi spiego: quando sei in partita devi ovviamente badare ai dettagli
tattici grandi e piccoli (pezzi
minacciati, doppi di cavallo, forchette, inchiodature ecc.) ma ancor di
più devi *analizzare*
mentalmente quello che puoi ottenere di lì a poche mosse (entro i limiti
della tua forza e della
complessità della posizione).
Nell'analisi bisogna fondere tattica, strategia e tecnica: in una
posizione un ramo d'analisi si può
concludere con un doppiazzo di Cavallo, un altro con il passaggio a un
finale di Torri superiore (e
allora devi possedere le conoscenze adeguate per riconoscerlo e
giudicarlo), un altro con una forte
iniziativa a est o a ovest, un altro con una migliore struttura di pedoni.
Come vedi, per analizzare bene e scegliere le linee migliori serve tutto.
Quello che forse oggi viene un po' enfatizzato, secondo me non a torto, è
che per portare a
termine una buona analisi nelle ristrettezze di tempo e di stress della
partita ci vuole un buon
allenamento per riconoscere e calcolare a colpo d'occhio i tatticismi, i
"pattern" posizionali e
tecnici tipici di aperture, mediogioco e finali ecc.
Tutto ciò si migliora giocando, studiando libri e facendo molto esercizio
di analisi (non solo con le
combinazioni, ma anche con finali, studi ecc.), questo davanti a una
scacchiera, SENZA MUOVERE I
PEZZI e infine confrontando le proprie conclusioni con la fonte (libro),
magari dopo averle scritte
su un foglio a mo' di albero.
Esercizi ben impegnativi in questa direzione si trovano in uno dei primi
libri di Dvoretsky (Corso
avanzato di analisi scacchistica, Prisma) oppure in Esame di Scacchi di
Igor Khmelnitsky (Due
Torri), ma sicuramente anche in altri di Aagaard ecc.
Roberto Messa
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
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